Un futuro con meno antibiotici: grazie alle batteriocine è possibile

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E’ possibile un futuro con meno antibiotici? Grazie alla prevenzione sì. Lo sostiene il biologo e farmacologo Francesco Di Pierro, uno tra i pochissimi italiani che sostengono l’importanza delle batteriocine. Si tratta di molecole di natura proteica prodotte da alcuni batteri che hanno lo scopo di ostacolare la crescita di altri microrganismi nello stesso ambiente. In sintesi si comportano come antibiotici naturali. In una intervista a La Verità spiega che “un batterio secernente batteriocine è come un killer che agisce nell’ombra armato di stiletto e che uccide senza che nessuno se ne accorga“, una profilassi che prevede l’utilizzo di microrganismi buoni per colonizzare il cavo orale, le orecchie, l’apparato genitale (in futuro altri organi), facendoli crescere al posto degli agenti patogeni. Di Pierro, che dirige il centro di ricerche Velleja research a Pontenure, piccolo comune del Piacentino, spiega che se l’antibiotico “è come la bomba atomica, stermina ogni forma vivente. La batteriocina, invece, uccide pochi batteri, pochissimi”, “Oggi, però, l’antibioticoresistenza è un grosso problema e i batteri sono diventati quasi tutti nostri amici. Quindi, servono molecole che uccidano in maniera mirata”.

E aggiunge: “Questi batteri vengono trapiantati nella bocca di soggetti che soffrono di infiammazioni delle tonsille e li resteranno ‘tranquilli’, fino a quando non saranno disturbati da un’infezione virale esterna. Il batterio nemico cercherà di attaccare ma verrà ucciso dalle batteriocine, che solo in quel momento verranno prodotte dai ‘nostri batteri buoni’. Per i quali il rilascio di questo veleno non è invece nocivo. A morire sarà solo quel patogeno, non altri, in altre parti del corpo, come capita con l’antibiotico“. E conclude: “Non solo l’uso pediatrico delle batteriocine è sicuro, ma la loro somministrazione, il trapianto di bocca in bocca, costituisce un approccio profilattico importante. I bambini trattati hanno un crollo dell’80-90 per cento delle infezioni”.

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