Spazio: baluardo cosmico, uno scudo per Plutone

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E’ il maggiore tra i satelliti naturali dell’ex nono pianeta del Sistema Solare e alcune sue caratteristiche lo hanno reso una sorta di ‘guardia del corpo’ per il re’ della Fascia di Kuiper.

Stiamo parlando di Caronte, la luna scoperta nel 1978 dall’astronomo statunitense James Christy, che, secondo un nuovo studio, proteggerebbe l’atmosfera di Plutone dall’influenza del vento solare.

“Pluto – Charon solar wind interaction dynamics” è il titolo della ricerca condotta dal Georgia Institute of Technology di Atlanta e recentemente pubblicata sulla rivista scientifica Icarus.

Poco più di 19mila chilometri separano i due corpi celesti e questa relativa vicinanza fa sì che Caronte, quando si trova tra il Sole e Plutone, riduca sensibilmente la perdita dell’atmosfera. Questo fenomeno, invece, ha un impatto minore quando il satellite naturale, il cui diametro (circa 1205 chilometri) è poco più della metà di quello del pianeta nano, si trova accanto o dietro a Plutone.

I dati ottenuti con i modelli utilizzati dal team della ricerca – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – sono risultati coerenti con le informazioni raccolte dalla sonda New Horizons della NASA in merito al tasso di perdita dell’atmosfera di Plutone. Dati elaborati con stime precedenti prospettavano un livello di dispersione molto più alto.

Caronte (Credits: NASA) Secondo gli autori del paper, l’atmosfera di Plutone è uno scenario di ricerca di notevole interesse, in quanto il corpo celeste, trovandosi ad una distanza così elevata dal Sole, possiede ancora la maggior parte di quegli elementi volatili che sui pianeti del Sistema Solare interno sono stati spazzati via dal vento solare.

I ricercatori, quindi, ritengono che approfondire le dinamiche atmosferiche del pianeta nano sia utile non solo per comprendere come esso si doveva presentare in un remoto passato, ma anche per avere un’idea della situazione del Sistema Solare ai primordi. In pratica, Plutone e il suo sistema costituirebbero una specie di ‘finestra’ aperta sulle nostre origini.

Non è la prima volta che Caronte sale agli onori della cronaca. Lo scorso settembre, infatti, la luna era stata al centro dell’attenzione degli studiosi per la colorazione rossastra del suo emisfero settentrionale, frutto della sua particolare interazione con Plutone.

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