Dagli Arbereshe della Calabria ai Sappada delle Alpi, nel Dna delle piccole popolazioni italiane rimaste isolate per secoli si nasconde un tesoro per capire la storia dell’uomo. A sottolinearne valore culturale e genetico e’ lo studio coordinato da Paolo Anagnostou e Giovanni Destro Bisol, dell’universita’ Sapienza di Roma, e pubblicato su Scientific Reports. Dai Ladini ai tanti gruppi sardi come gli abitanti di Carloforte nell’isola di San Pietro, il territorio italiano e’ costellato di tante piccole comunita’ rimaste isolate e viste spesso come ‘incidenti’ della storia. Relegate di solito in ambienti difficilmente raggiungibili, ognuna di esse ha raccolto o conservato nel tempo peculiarita’ culturali o diversita’ genetiche, ad esempio la resistenza ad alcune malattie.
“Il nostro obiettivo – ha spiegato Destro Bisol – e’ stato quello di fare una ricerca piu’ sistematica di queste diversita’ e poterle confrontare tra loro. Quello che ne e’ emerso e’ che i gruppi isolati non sono tutti uguali ma esiste una grandissima varieta’ di ‘diversita””. Un esempio sono i Cimbri, un gruppo di origine tedesca che si e’ insediato nel medioevo nell’altopiano di Asiago in Veneto, che hanno subito nel tempo influenze dall’esterno oppure il caso opposto dei gruppi Sappada, Sauris e Timau, nelle Alpi che hanno mantenuto un elevato isolazionismo. Nei gruppi isolati si custodisce una diversita’ dall’importante valore non solo culturale ma anche genetico, come dimostrato gia’ da studi che negli anni avevano scoperto i segreti della resistenza di alcuni gruppi a specifiche malattie.