Le cinque particelle elementari ‘OmegaC’, scoperte dai ricercatori pugliesi Antimo Palano e Marco Pappagallo, permetteranno di aprire una finestra sull’Universo oscuro, ossia sulla materia oscura e sull’energia oscura che insieme costituiscono il 95% dell’Universo e delle quali si ignora la composizione. Lo spiegano all’ANSA alcune fonti dell’ambiente scientifico che ha studiato i dati raccolti in uno dei quattro grandi esperimenti in corso al Cern di Ginevra, dove fu scoperto il bosone di Higgs. Gli scienziati non escludono la possibilita’ che le nuove particelle possano essere utili per future applicazioni tecnologiche in ambito medico. Grazie alla scoperta, infatti, “e’ possibile avere una conoscenza piu’ dettagliata della materia al suo livello piu’ piccolo possibile: cioe’ a livello dei quark”. In particolare, la scoperta ha portato alla luce una “interazione differente fra i quark che, nelle ‘OmegaC’, interagiscono tra loro anche in gruppi di quattro o cinque”. E’ proprio questa nuova interazione “della materia con la materia” che potrebbe portare a un utilizzo pratico della scoperta. “Quarant’anni fa – sottolineano appunto le fonti – non avremmo mai immaginato di poter curare un tumore bombardandolo con i protoni”. Anche le ‘OmegaC’, infatti, sono particelle subnucleari che finora erano sconosciute, “ma che adesso potrebbero svelare cosa e’ realmente accaduto nell’esplosione che ha dato origine all’Universo”.