Nelle ultime 24 ore il ciclone tropicale “Enawo”, scorrendo sopra un ampio tratto di acque superficiali particolarmente calde, con valori prossimi ai +29°C +30°C, ha subito una rapida intensificazione, evolvendosi in poche ore in un pericolosissimo ciclone tropicale di 3^ categoria sulla scala Saffir-Simpson, con venti medi sostenuti davvero violenti, oltre i 185 km/h, e raffiche di picco fino a oltre i 200 km/h. Il ciclone tropicale “Enawo” si è sviluppato a seguito della confluenza fra la moderata ventilazione da O-NO e Ovest, che dalle coste meridionali della Tanzania spira in direzione delle isole Comore e delle coste più settentrionali del Madagascar, ed il ramo dell’Aliseo di SE, dominante sull’oceano Indiano meridionale tropicale, che sale lungo il Canale del Mozambico, con venti più da S-SE e Sud.
Da tale confluenza, fra le differenti ventilazioni, si è venuto a creare un ampio moto vorticoso nei bassi strati che ha messo le basi per la formazione della depressione tropicale, poi rapidamente evoluta in tempesta tropicale. In tale contesto le calde acque del mare, che davanti le coste settentrionali del Madagascar superano la soglia dei +29°C +30°C, hanno fatto il resto, rafforzando ulteriormente la convenzione e mettendo in moto quel processo di “autoalimentazione” che facendo evolvere la depressione tropicale in una più intensa tropical storm, con venti medi sostenuti capaci di superare la soglia degli 70-80 km/h, e raffiche di picco prossime ai 90-100 km/h.
Ma la tempesta, muovendosi molto lentamente verso ovest-sud/ovest, avvicinandosi con il suo bordo più occidentale alle coste nord-orientali del Madagascar, si è rapidamente approfondita, per lo scoppio dell’attività convettiva, divenuta davvero esplosiva, attorno il nucleo centrale del sistema depressionario tropicale. La rapida intensificazione dell’attività convettiva, oltre a far sprofondare il minimo barico centrale ha trasformato l’intensa tempesta tropicale in un insidioso ciclone tropicale di 3^ categoria sulla scala Saffir-Simpson, con venti medi sostenuti che hanno raggiunto la soglia dei 180-190 km/h attorno il nucleo centrale, mentre le raffiche di picco oltrepassavano anche i 200 km/h.
Le ultime moviole trasmesse dai satelliti, inoltre, sono abbastanza spettacolari, poiché mettono in evidenza lo sviluppo di un piccolo occhio centrale, completamente libero dalle nubi. Il nucleo centrale ormai è ben definito da bande nuvolose spiraliformi sempre maggiormente definite. Segno che la tempesta proprio in queste ore ha raggiunto la piena maturità, in vista di un probabile indebolimento del sistema atteso nel corso della mattinata di domani, quando il nucleo centrale di “Enawo” si avvicinerà pericolosamente alle coste nord-orientali malgasce, non lontano dall’area di Ambohitralanana.
Le tempeste di vento più violente, rimarranno relegate in mare aperto, nel tratto antistante le coste settentrionali del Madagascar, dove sono in atto vere e proprie tempeste di vento molto forti che stanno sollevando un imponente moto ondoso, con onde alte anche più di 7-8 metri all’interno dell’area perturbata. Ma il ciclone rimane ora una insidia per le coste nord-orientali del Madagascar, dove la tempesta vi effettuerà il “landfall” definitivo non prima del pomeriggio di domani.
Proprio le coste nord-orientali del Madagascar, nel corso delle prossime ore, sperimenteranno una notevole intensificazione dei venti da SE e S-SE, attivi lungo l’angolo sinistro di “Enawo”. Forti raffiche di vento, da SE e S-SE, accompagnate da piogge e brevi rovesci, anche di forte intensità, già entro la serata sono attese nel tratto di costa malgascia, compresa fra la città di Vinanivao e Antalaha, dove si potranno registrare raffiche fino ad oltre i 70-90 km/h. Ma solo nella giornata di domani, con l’atteso “landfall” lungo le coste nord-orientali del Madagascar, “Enawo” rappresenterà una seria minaccia seria per l’isola-stato, visto che il suo nucleo centrale si allontanerà lentamente verso sud-ovest, scaricando il grosso delle piogge torrenziali e i suoi forti venti sulle coste orientali del Madagascar.
L’unica nota positiva riguarderà proprio il “landfall” del ciclone che dovrebbe avvenire in un’area disabitata ricoperta da una fitta foresta pluviale, nei pressi del famoso Mesoala National Park. Qui pero i venti molto forti presenti attorno l’occhio della tempesta rischiano di causare non pochi danni al patrimonio arboreo, tanto che molti alberi rischiano di essere sradicati o abbattuti proprio in prossimità della zona del “landfall”, dove sono attesi venti molto forti, che potranno superare lo status di ciclone di 1^ categoria Saffir-Simpson.
Inizialmente da E-SE, SE e S-SE, in successiva rotazione da O-SO, Ovest e O-NO. Lungo le coste settentrionali del Madagascar, invece, l’avvicinamento di “Enawo” attiverà intensi venti da SO, O-SO e Ovest, dall’area a nord di Antalaha fino a Antsiranana. Ma oltre ai venti forti e alle intense piogge un’altra insidia sarà rappresentata dalle potenti mareggiate che da domani cominceranno a spazzare le coste orientali malgasce, specialmente quelle nord-orientali. Su quest’ultime domani irromperanno ondate davvero imponenti, alte anche più di 6-7 metri, sollevate dai fortissimi venti dai quadranti orientali, prevalentemente da SE, E-SE ed Est, attivi lungo il quadrante meridionale del ciclone tropicale. Queste grandi ondate andranno ad abbattersi con grande impeto soprattutto nel tratto di costa compreso fra le città di Sambava e Toamasina.
Il ciclone tropicale, nel pomeriggio di domani, subito dopo aver effettuato il “landfall” nei pressi del Mesoala National Park dovrebbe cominciare a virare verso sud-est, entrando nel vicino retroterra orientale malgascio, dove vi scaricherà piogge di carattere torrenziale che potranno determinare “flash floods” e smottamenti. L’attrito esercitato dai rilievi malgasci pero dovrebbe favorire un rapido indebolimento del ciclone, declassandolo molto rapidamente in una tempesta tropicale. “Enawo” già da mercoledì, muovendosi verso sud, dovrebbe cominciare ad indebolirsi, entrando in un’area caratterizzata da un moderato “Wind Shear” in quota che contribuirà ad inibire l’attività convettiva, iniettando aria più secca lungo il bordo più meridionale della circolazione ciclonica. Quest’aria un po’ più secca nella media troposfera allenterà i moti convettivi all’interno del sistema depressionario in allontanamento verso l’oceano Indiano meridionale.