Nuovi stalli, biciclette funzionali ed un sistema di abbonamenti pensati per permettere anche ai turisti di passaggio per poco tempo di muoversi e scoprire la città da un nuovo punto di vista: quello delle due ruote. In arrivo novità per il Mobike, il sistema di bike sharing di Genova. Sali-scendi, quartieri in collina, traffico urbano. Eppure i genovesi non rinunciano a muoversi sulle due ruote e, in tema di mobilità sostenibile, anche il Comune ha deciso di ampliare il servizio. “Stiamo partendo con l’allestimento di altri sette ciclo-parcheggi, in corso proprio in questi giorni i sopralluoghi per individuare le nuove zone e verificare gli allacci Enel. Uno di questi sarà in piazza Raggi, dietro la stazione di Brignole nel quartiere di Borgo Incrociati, un altro in zona stadio e quindi saranno altri sette punti-bici che si sommano a quelli già esistenti“. A dirlo ad Adnkronos è l’assessore comunale di Genova alla mobilità e al traffico, Anna Maria Dagnino, che parla del progetto e delle novità, pronte per i prossimi mesi. Un servizio, quello delle bici in condivisione, sul quale l’amministrazione investe da 13 anni. “Il bike sharing nasce nel 2004 a Genova – racconta l’assessore – finanziato dal ministero dell’Ambiente nell’ambito della promozione della mobilità sostenibile. Rientra nelle azioni di virtuosità, per il non utilizzo dell’auto e l’abbattimento dell’inquinamento“. Nel tempo Mobike ha vissuto fasi alterne e diversi passaggi fino a quando, nel 2011, è stato affidato in gestione a ‘Genova Parcheggi’, società del Comune. “In questi passaggi – aggiunge Dagnino – c’è stato anche un cambiamento di modalità, nel senso che il servizio è nato ed è stato sperimentato come bici a pedalata assistita. In realtà questa sperimentazione a Genova non ha avuto risultati soddisfacenti e, adesso, a mano a mano le bici sono state sostituite e rinnovate con mezzi a trazione tradizionale, preferite dagli utenti“. Al momento sono 9 i posteggi a disposizione con 60 biciclette in tutto. Nei prossimi mesi il numero salirà a 16. Le bici sono in affitto e il servizio prevede una serie di stazioni poste nelle vicinanze dei principali punti di interesse della città, presso le quali è possibile noleggiare i mezzi con una tessera elettronica. Gli abbonamenti disponibili sono annuali, settimanali, da tre giorni oppure giornalieri. “Per quanto riguarda i numeri – spiega l’assessore Dagnino – il servizio è partito con 6 cicloposteggi e 55 biciclette in tutto, a disposizione sul centro di Genova. Ora siamo a 9, in questi ultimi anni li abbiamo implementati inserendone quattro nuovi ma ne abbiamo dovuto togliere uno, in via XX Settembre, perché lo spazio è occupato da un cantiere. Siamo a nove quindi, con un rinnovo pressoché totale e 60 biciclette a disposizione“. “Ne abbiamo comprate 30 nel 2013 – ricorda la titolare della mobilità urbana – le altre adesso, sempre grazie a finanziamenti del ministero. Di fatto il Comune, a livello di infrastrutture, mette fondi ma sostanzialmente il servizio ha un finanziamento ministeriale. L’investimento iniziale è stato di 260mila euro“. Il bike sharing si propone come alternativa di trasporto pubblico. Per spostarsi da un punto all’altro di Genova, secondo i dati sul reale utilizzo, la durata dei prelievi è breve con trasferimenti generalmente intorno alla mezz’ora. La zona dove con maggiori accessi è quella tra Caricamento e il Matitone. “Tra i nuovi cicloposteggi – continua Dagnino – abbiamo cercato di posizionare le biciclette vicino a luoghi di interesse o di interscambio – uno dei nuovi stalli si trova nei pressi della stazione di via di Francia, un altro in Piazza Vittorio Veneto a Sampierdarena. Le altre le abbiamo collocate in largo Zecca, vicino ad un istituto scolastico“. Il servizio negli anni han vissuto alterne fortune ma, per il Comune, resta un importante incentivo verso la mobilità alternativa, da qui la decisione di implementarlo. “Il numero degli abbonamenti non è alto – aggiunge Dagnino – ha avuto anni molto positivi, intorno al 2010, in cui si facevano anche molte promozioni. Adesso sono abbastanza limitati, noi abbiamo cercato di aggiungere recentemente un abbonamento per tre giorni o per un giorno e lo abbiamo fatto pensando ai turisti, ad un utilizzo diverso da quello tradizionale da parte dei cittadini. Un’altra novità è che si può fare l’abbonamento attraverso una app ed anche on-line. Sono novità per cercare di sviluppare il progetto“. “Si tratta di un servizio che evidentemente un’amministrazione sceglie di avere – continua l’assessore al traffico – nel senso che ha bisogno di un po’ di sostegno economico, ad esempio per le manutenzioni annuali, non è uno di quei servizi che si finanzia da solo. Sono scelte che vanno verso una politica di mobilità sostenibile e le amministrazioni, le città, scelgono di averla come opzione da dare ai cittadini. Noi lo finanziamo, per circa 40mila euro l’anno e nel tempo sono stati pensati una serie di percorsi e agevolazioni per l’utilizzo, ad esempio anche attraverso le funicolari e gli ascensori in città“. Più in generale a Genova cresce la passione e la voglia di muoversi in bicicletta. “La mia opinione – conclude Dagnono – è che la ciclomobilità a Genova stia aumentando e con lei il ciclismo urbano. Aumentano le persone che vanno a lavorare con la bicicletta, che si spostano dai quartieri periferici verso il centro. Il bike sharing, forse residuale, è qualcosa che però secondo me una città moderna deve avere. Anche se negli ultimi anni la tendenza dei genovesi è quella di comprare la propria bici. Per questo abbiamo studiato anche percorsi di ‘bike to work’ come quello nato in Val Bisagno insieme all’impegno della Fiab, Federazione Italiana Amici della Bicicletta“.