Oltre 2060 fra cascate, ville, chiese, torri, fortificazioni, cascine, borgate e vestigia storiche del territorio come le residenze sabaude, i Sacri monti, i palazzi e i castelli. E ancora 370 singoli beni paesaggistici e numerose aree tra cui 199 laghi, 1837 fiumi e corsi d’acqua, 109 aree protette, 94 zone di interesse archeologico, per una superficie tutelata pari al 61% del totale del territorio. Sono solo alcuni numeri del Piano paesaggistico regionale (Ppr) del Piemonte che fornisce la ‘fotografia’ di tutti i beni paesaggistici del Piemonte, perimetrati, catalogati e digitalizzati. Adottato in giunta regionale nel 2015 e approdato a Roma lo scorso 14 marzo, quando è stata siglata l’intesa tra ministero dei Beni culturali (Mibact) e Regione Piemonte, il piano tornerà domani in Giunta regionale dove verrà recepita l’intesa con il Governo, dopodichè verrà nuovamente inviato in Consiglio regionale e di qui al Cal, il comitato per le autonomie locali, e alla Commissione regionale competente, Pianificazione territoriale e Urbanistica. Una volta concluso l’esame, il documento tornerà in Aula per l’approvazione definitiva che dovrebbe avvenire, secondo i tempi prefissati, non oltre i prossimi 9 mesi. Il Piemonte è la terza regione italiana a dotarsi di un Piano paesaggistico condiviso con il ministero dopo Puglia e Toscana. La redazione del Ppr, lavoro enciclopedico che ha visto impegnati per dieci anni gli uffici del Settore Territorio e Paesaggio della Direzione Ambiente, Governo e tutela del territorio della Regione Piemonte in sinergia con il Mibact, realizza una lettura strutturale delle caratteristiche del territorio piemontese, definendo le politiche per la tutela e la valorizzazione del paesaggio. Frutto di un iter molto complesso, avviato fin dal 2007, in base a quanto previsto dal Codice e dalla Convenzione Europea del paesaggio, il piano è stato oggetto di sei protocolli fra ministero, Regione e Province piemontesi, due adozioni e pubblicazioni, 24 sedute del Comitato tecnico interistituzionale Regione – ministero, un totale di 1308 osservazioni ricevute e numerosi incontri anche sul territorio con gli enti locali, con le associazioni di categoria e ambientaliste. ”Il Ppr rappresenta nel quadro del processo di pianificazione territoriale lo strumento principale per fondare sulla qualità del paesaggio e dell’ambiente lo sviluppo sostenibile dell’intero territorio regionale – spiega l’assessore all’Ambiente, Alberto Valmaggia – è il raggiungimento di un traguardo importante a coronamento di un lungo lavoro che ha visto impegnate le strutture regionali e ministeriali nella costruzione di uno strumento di conoscenza e di lettura del paesaggio piemontese, mediante lo studio delle sue componenti naturali, storiche, insediative e sceniche, mutuate dal riconoscimento delle principali identità che le comunità locali attribuiscono ai propri luoghi. Il Piano paesaggistico – ha prosegue Valmaggia – completa il quadro della pianificazione, affiancandosi al Piano territoriale regionale (Ptr), in vigore dal 2011, con il quale condivide strategie e obiettivi. Si tratta infatti di strumenti complementari, basati sulla definizione e ottimizzazione delle strategie che individuano le vocazioni dei singoli territori e le regole per assicurare loro uno sviluppo sostenibile delle risorse economiche, paesaggistiche e ambientali. Ora siamo in attesa degli ultimi passaggi formali a cura degli organismi consultivi competenti e mi auguro che l’iter sia di approvazione sia rapido affinchè il Piemonte possa finalmente dotarsi nei prossimi mesi di un importante strumento di pianificazione e tutela del paesaggio’, conclude ricordando che nell’ambito delle politiche regionali per la valorizzazione del paesaggio, è on line il sito ‘Paesaggiopiemonte’, ”un nuovo strumento editoriale per mettere in rete i saperi e le esperienze sui temi del paesaggio, alla ricerca di uno scambio costruttivo con l’intera collettività”.