Smog, Treno Verde: situazione critica in tutto il Veneto, si salva solo Belluno

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Quella dello smog è un’emergenza ormai conclamata a Vicenza così come negli altri capoluoghi della pianura veneta. I monitoraggi eseguiti dai tecnici di Legambiente confermano purtroppo la situazione già critica che si sta vivendo anche in questo 2017. Siamo appena a marzo, ma il limite concesso dalla legge di 35 giorni annuali di superamento dei livelli di PM10 è stato già abbondantemente oltrepassato nelle due centraline della città (Quartiere Italia 48 giorni e Ferrovieri 37 giorni). Numeri preoccupanti se si pensa anche ai rilevanti impatti sulla salute: ogni anno, stando alle ultime stime, l’inquinamento dell’aria causa oltre 467 mila morti solo in Europa e i costi sanitari associati quantificabili sono tra 400 e 900 miliardi di euro all’anno sempre in Europa.
La denuncia arriva dal Treno Verde, la campagna di Legambiente e del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane – realizzata con la partecipazione del Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare – in sosta fino ad oggi a Vicenza. Il bilancio della tappa e i risultati del monitoraggio sono stati presentati questa mattina in conferenza stampa da Luigi Lazzaro, presidente Legambiente Veneto; Adriano Verneau, presidente di Legambiente Vicenza; Mariateresa Imparato, portavoce del Treno Verde; Luigi Schibuola, professore ordinario dell’Università Iuav di Venezia; Michele Masè, Giovanni Manta, Valorizza brand di StudioSMA e Gemmlab alla presenza di Ferdinando Pozzani, Teon; Antonio Marco Dalla Pozza, assessore alla Progettazione e sostenibilità urbana del Comune di Vicenza e i rappresentanti di Altavilla Vicentina, Sovizzo, Creazzo, Torri di Quartesolo, Caldogno.
Come ogni anno il Treno Verde segue un programma di monitoraggio della qualità dell’aria nelle città italiane per ribadire la necessità che questa diventi una priorità di governo, a scala locale, regionale e nazionale – dichiara Mariateresa Imparato, portavoce del Treno Verde -. Le città sono, infatti, il centro della sfida climatica in tutto il mondo, perché è nelle aree urbane che si produce la quota più rilevante di emissioni. I contenuti previsti nelle misure antismog devono però essere pensati in maniera diversa e garantire un diverso modo di pianificare gli spazi nelle aree urbane, investimenti nella riqualificazione e nell’innovazione nell’edilizia e nel riscaldamento, sistemi di mobilita? innovativi e investimenti sul verde urbano”. Vicenza, secondo i dati dell’agenzia regionale per l’ambiente, vanta tra l’altro una eccezionale sequenza di giornate consecutive fuori legge che ha visto la città superare per ben nove giorni di fila (dal 14 al 22 marzo) il limite giornaliero di 50 µgr/mc.
I dati che registriamo con i nostri monitoraggi in diverse aree della città non fanno che confermare che dopo appena tre mesi dall’inizio dell’anno a Vicenza siamo già a livelli di emergenza – sottolinea Adriano Verneau, presidente di Legambiente Vicenza -. Non è certamente una novità, ma non possiamo continuare a sperare che le condizioni meteo ci consegnino qualche giornata di respiro“.
Qualche passo avanti rispetto alla mobilità alternativa all’automobile e con gli incentivi per la sostituzione delle caldaie, in città è stato fatto, ma non bastano per gestire l’emergenza. Oggi abbiamo invitato i rappresentanti dei comuni dell’area vicentina proprio per chiedere l’istituzione di un tavolo di confronto che coinvolga l’area urbana di Vicenza, per iniziare a ragionare in maniera condivisa su soluzioni più ampie ed incisive. Visto che non lo fa la Regione, siano i comuni protagonisti di coordinamenti di aree urbane vaste, ormai indispensabili”, spiega.
Area Dolomitica esclusa, le polveri sottili invadono tutti i capoluoghi del Veneto, già oltre il limite di superamenti previsti per un anno (obiettivo mai raggiunto da 13 anni per sei Comuni capoluogo di provincia su sette): Padova segna 47 superamenti (Mandria); Rovigo 35 (Centro); Treviso 42 (Strada S. Agnese); Venezia 43 (via Tagliamento); Verona 37 (via S. Bonifacio). “La Regione deve assumere finalmente un ruolo di guida e coordinamento delle azioni dei Comuni – Luigi Lazzaro, presidente Legambiente Veneto -. Le azioni inserite nel piano di tutela e risanamento dell’atmosfera, che pure prevede alcune apprezzabili specifiche azioni per la lotta all’inquinamento, non possono bastare nell’emergenza e soprattutto occorrono misure strutturali per prevenire il fenomeno e tutelare la salute dei cittadini veneti”. (AdnKronos)

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