Vino: dopo il Testo unico la filiera punta su innovazione e tradizione

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Cambiamento, innovazione, comunicazione, ma anche salvaguardia della tradizione e del patrimonio storico e culturale rappresentato dalla viticoltura italiana. Il tutto nell’ottica delle recenti norme legislative del Testo unico del vino. Di questo si è parlato in occasione dell’incontro organizzato ieri dall’Ais (Associazione italiana sommelier), a Roma, nella sede del ministero delle Politiche agricole.
La giornata è stata aperta dal viceministro Andrea Olivero, che ha sottolineato: “Già dal primo articolo del Testo unico spicca il ruolo straordinario del vino, non solo come prodotto, ma come patrimonio da preservare e accrescere. In linea con questo approccio, il confronto sia uno stimolo per tutti noi, istituzioni, operatori ed esperti; sono sicuro che attraverso una puntuale divulgazione del prodotto e della sua cultura, possa emergere una piena percezione del suo inestimabile valore”.
I relatori intervenuti hanno rappresentato le diverse voci del comparto vitivinicolo. Riccardo Cotarella (Assoenologi) ha evidenziato lo stretto legame tra cultura e comunicazione del vino e l’importanza di un approccio sistematico. Piero Mastroberardino (Federvini e Istituto vino italiano di qualità-Grandi Marchi) ha chiesto di avere un’unica stanza di ascolto per accorciare il più possibile i tempi di attuazione dei decreti.
Oreste Gerini (direttore generale Icqrf) ha esposto gli aspetti fondamentali del Testo unico e le ricadute pratiche nei diversi ambiti. Vito Intini (presidente Onav e coordinatore della Consulta nazionale del vino) ha espresso l’importanza del coordinamento nell’intera filiera vitivinicola. Antonio Rossi (Unione italiana vini) ha invece prodotto una disamina dei futuri decreti attuativi.
Il presidente dell’Associazione italiana sommelier, Antonello Maietta, che ha promosso questo momento di confronto e aggregazione, ha dichiarato: “Mi auguro che la data prescelta per il nostro convegno, il 21 marzo, sia di buon auspicio e rappresenti l’inizio di una primavera di risveglio e rinascita anche per il vino italiano. Questo incontro ruota infatti attorno all’idea di collaborazione, sinergia e compartecipazione di diverse competenze che insieme rappresentano e delineano il futuro del panorama vitivinicolo”.
I temi della giornata non si sono limitati a un’analisi dei testi di legge, ma hanno aperto, attraverso le testimonianze dei relatori, prospettive di maggior respiro, quali il valore della filiera vitivinicola, del patrimonio ampelografico, fino alle prospettive di un ‘nuovo rinascimento’ per il vino italiano. (AdnKronos)

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