Astronomia: studio dimostra la presenza di buchi neri supermassicci anche al centro di galassie nane

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Anche le galassie nane, nel loro piccolo, possono ospitare buchi neri supermassicci. Lo dimostra uno studio pubblicato su The Astrophysical Journal, condotto da un team internazionale di astronomi coordinato dall’University of Utah.

Già tre anni fa – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – lo stesso team aveva individuato un buco nero supermassiccio all’interno di una nana formata dai resti di una galassia più grande, privata degli strati più esterni dopo la collisione con una seconda galassia. Adesso, questi enormi cannibali cosmici sono stati individuati in altre due piccole nane.

Lo studio, secondo gli autori, suggerisce la possibile esistenza di un numero doppio di buchi neri supermassicci rispetto a quelli noti nell’Universo.

“Non abbiamo ancora compreso a pieno come le galassie si formino ed evolvano nel tempo – afferma Chris Ahn -, uno dei firmatari della ricerca -. Oggetti cosmici come i buchi neri potrebbero raccontarci come le galassie collidono e si fondono”.

Le due galassie nane studiate dagli astronomi si trovano nel cluster Virgo. Si chiamano VUCD3 e M59cO e ospitano, rispettivamente, buchi neri con una massa di 4,4 e 5,8 milioni di Soli, pari a circa il 13% e il 18% della massa delle rispettive galassie nane.

Il buco nero supermassiccio che si trova al centro della Via Lattea ha una massa pari a circa 4 milioni di volte quella del Sole. Ma, rispetto a quelli delle galassie nane, corrisponde a meno dell’1% della massa della nostra galassia.

“È sorprendente pensare che queste galassie nane, sebbene siano lo 0,1% della Via Lattea, ospitino buchi neri più grandi di quello presente al centro della nostra galassia”, sottolinea Ahn.

Per calcolare la massa di queste galassie nane, gli astronomi hanno studiato il movimento di alcune loro stelle con il Gemini Observatory, in particolare il telescopio localizzato sul vulcano Mauna Kea, nelle Hawaii. Hanno, inoltre, utilizzato delle immagini di Hubble per misurare la distribuzione delle stelle in ogni galassia.

Hanno, così, osservato che le stelle al centro delle galassie si muovevano più rapidamente di quelle esterne. Segno, secondo gli autori, proprio della presenza di un buco nero supermassiccio.

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