La Festa della Liberazione, che si celebra ogni anno il 25 aprile, è simbolo della fine del Ventennio fascista, della dittatura, di 5 anni di guerra. E’ stato l’inizio del percorso che ha portato al referendum del 2 giugno 1946, quando venne scelta la Repubblica al posto della Monarchia.
A corredo, di seguito, le frasi dai inviare su WhatsApp e Facebook per commemorare questo giorno, per augurare un “Buon 25 Aprile“, nel giorno in cui l’Italia ricorda i fatti del 25 aprile 1945 quando l’esercito nazifascista si ritirava dalle principali città del Nord cedendo alle insurrezioni partigiane. Un momento storico che ha posto le basi alla Repubblica nata negli anni successivi e fondata su libertà e democrazia. Tante le frasi famose per celebrare e festeggiare quest’importante ricorrenza storica.
“Oggi, 25 aprile, ci sono ancora nemici da affrontare. La mancanza di memoria e l’assenza di verità.“
“25 aprile. Una data che è parte essenziale della nostra storia: è anche per questo che oggi possiamo sentirci liberi. Una certa Resistenza non è mai finita”. (Enzo Biagi)
“Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire”. (Sandro Pertini)
“È meglio la peggiore delle democrazie della migliore di tutte le dittature.” (Sandro Pertini)
“Non festa della libertà, come un’illusione comoda. Ma festa della liberazione, come dono ricevuto ieri e da costruire ogni giorno #25aprile”. (Don Dino Pirri)
Con il piede straniero sopra il cuore
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto
anche le nostre cetre erano appese
oscillavano lievi al triste vento”. (Alle fronde dei salici di Salvatore Quasimodo).
gli occhi che furono chiusi alla luce
perché tutti li avessero aperti
per sempre alla luce”. (Per i morti della Resistenza di Giuseppe Ungaretti)
Avevo Due Paure
La prima era quella di uccidere
La seconda era quella di morire
Avevo diciassette anni
Poi venne la notte del silenzio
In quel buio si scambiarono le vite
Incollati alle barricate alcuni di noi morivano d’attesa
Incollati alle barricate alcuni di noi vivevano d’attesa
Poi spuntò l’alba
Ed era il 25 Aprile. (Giuseppe Colzani)