Papa Francesco a Carpi: “Non piangiamoci addosso, mai chiudersi alla tristezza ma aprirsi alla speranza”

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Non lasciamoci imprigionare dalla tentazione di rimanere soli e sfiduciati a piangerci addosso: c’è chi si lascia chiudere nella tristezza e chi si apre alla speranza. C’è chi resta intrappolato nelle macerie della vita e chi, come voi, con l’aiuto di Dio solleva le macerie e ricostruisce con paziente speranza“. Questo il messaggio di Papa Francesco all’Italia di oggi. Un messaggio rivolto a tutti, ma soprattutto al popolo dell’Emilia Romagna radunato a Carpi, uno dei luoghi più colpiti dal terremoto del 2012. La Cattedrale davanti alla quale Papa Francesco ha celebrato la messa è stata ricostruita a tempo di record e inaugurata domenica scorsa dai cardinali Pietro Parolin, segretario di Stato, e Angelo Bagnasco, presidente della Cei e dei vescovi europei, che hanno dunque preceduto il pellegrinaggio di Francesco.

Il vescovo Francesco Cavina è piuttosto critico sul Pontificato: ha contestato pubblicamente il Papa in un’assemblea della Cei, guadagnandosi tuttavia la stima di Bergoglio per il coraggio e la franchezza dimostrati. Un presule che proprio non ha rivali tra i suoi confratelli quanto a capacita’ di attrazione di papi e cardinali ma anche di finanziamenti: prima di lasciare il Pontificato, Ratzinger, ad esempio, gli ha destinato qualche anno fa 100 mila euro di proventi dei suoi libri. Monsignor Cavina ha fatto trovare gremita a Papa Francesco l’immensa piazza Martiri che ricorda l’eccidio del 12 luglio 1944, quando 67 internati politici furono trucidati dalle SS naziste all’interno del poligono di tiro di Cibeno. Le vittime provenivano da 27 diverse province italiane, avevano diversa estrazione sociale e rappresentavano le varie anime antifasciste dell’epoca.

“Sentiamo rivolte a ciascuno di noi – ha esortato Francesco – le parole di Gesu’ a Lazzaro: ‘Vieni fuori!’; vieni fuori dall’ingorgo della tristezza senza speranza; sciogli le bende della paura che ostacolano il cammino; ai lacci delle debolezze e delle inquietudini che ti bloccano, ripeti che Dio scioglie i nodi”. “Seguendo Gesu’ impariamo – ha suggerito alla folla – a non annodare le nostre vite attorno ai problemi che si aggrovigliano: sempre ci saranno problemi e, quando ne risolviamo uno, puntualmente ne arriva un altro“. Si tratta insomma di seguire l’esempio di Gesu’ che davanti alla morte del suo amico “non si fa imprigionare dal pessimismo“, un sentimento che destabilizza. Sulla scorta del Vangelo, invece, “possiamo trovare – ha assicurato Francesco alla folla – una nuova stabilita’, e questa stabilita’ e’ proprio Gesu’, che e’ la risurrezione e la vita: con lui la gioia abita il cuore, la speranza rinasce, il dolore si trasforma in pace, il timore in fiducia, la prova in offerta d’amore. E anche se i pesi non mancheranno, ci sara’ sempre la sua mano che risolleva, la sua Parola che incoraggia e ti dice: ‘Vieni fuori! Vieni a me!’ Anche a noi, oggi come allora, Gesu’ dice: ‘Togliete la pietra!’: per quanto pesante sia il passato, grande il peccato, forte la vergogna, non sbarriamo mai l’ingresso al Signore, togliamo davanti a Lui quella pietra che gli impedisce di entrare: e’ questo il tempo favorevole per rimuovere il nostro peccato, il nostro attaccamento alle vanita’ mondane, l’orgoglio che ci blocca l’anima”. “Visitati e liberati da Gesu’, chiediamo – ha concluso il Papa – la grazia di essere testimoni di vita in questo mondo che ne e’ assetato, testimoni che suscitano e risuscitano la speranza di Dio nei cuori affaticati e appesantiti dalla tristezza”.

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