Siria, allarme nel Mediterraneo: fregata russa armata di missili si sta dirigendo verso le navi americane [LIVE]

MeteoWeb

La fregata russa “Admiral Grigorovich”, appartenente alla flotta del Mar Nero, si sta ricongiungendo con la forza navale russa nel mediterraneo. La fregata è armata con missili da crociera Kalibr. Nello scorso novembre la “Admiral Grigorovich”, mentre incrociava nelle acque del Mediterraneo, ha lanciato missili Kalibr su obiettivi in Siria, nel quadro di una iniziativa anti-terrorismo. La task force navale russa nel Mediterraneo puo’ contare attualmente su circa 10 tra navi da guerra e di supporto, che hanno come riferimento il porto di Tartus in Siria. La fregata russa ha già superato lo stretto del Bosforo e si starebbe dirigendo verso l’area del Mediterraneo orientale dove gia’ si trovano le navi militari statunitensi dalle quali nelle ultime ore sono stati lanciati i missili sull’aeroporto siriano di Shayrat.

Bisogna ricordare che la Russia, principale alleato di Damasco, ha il controllo totale dei cieli siriani. Per tale ragione l’attacco americano alla base aerea siriana di Shayrat è partito da due navi: i cacciatorpedinieri della Marina militare americana “Porter” e “Ross”. Le batterie di sistemi missilistici S-300 e S-400 russe installate nella base aerea di Hmeimim, vicino Latakia, e nel porto di Tartus, sono in grado di abbattere qualsiasi aereo, tranne forse i bombardieri stealth (invisibili ai radar) americani, B-2 Spirit e i caccia F-22. Si tratta di un’eventualità che avrebbe rappresentato uno scenario da III Guerra Mondiale: uno scontro diretto tra le forze armate russe e statunitensi. Più semplice, e meno rischioso per Washington, colpire, dei singoli obiettivi con missili da crociera come il Tomahawk, che ha una gittata da 2.500 km, lanciati al sicuro (oltre la gittata di massimo 400 km degli S-300 e S-400 russi) da navi o sotomarini a largo delle coste siriane nel Mediterraneo o ancor piu’ da lontano dal Golfo Persico. L’altra opzione, non tanto semplice, sarebbe stata quella di imporre una fly zone per gli aerei e gli elicotteri siriani. Anche in questo caso, pero’, con la protezione dei russi, che hanno anche decine di caccia Sukhoi SU-27 e SU-35 e altrettante batterie anti-aeree Pantsir-S1 in Siria, sarebbe stata un’alternativa rischiosa.

Condividi