Tumore al seno: +12% di sopravvivenza in 20 anni ma non per le pazienti anziane

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Scacco al cancro del seno, ma non nelle donne anziane. Questa neoplasia registra circa 50 mila nuovi casi l’anno: la sopravvivenza a 5 anni è passata dal 74% nel 1997 a quasi il 90% (+12%), con l’Italia in testa tra i Paesi europei. Ma, se globalmente la mortalità si è ridotta dell’1,3% l’anno, fra le ‘over 70’ il dato si arresta allo 0,4%. I dati e il problema del sottotrattamento delle pazienti non più giovani sono al centro, oggi e domani, a Campi Bisenzio al “Primo incontro nazionale sul trattamento della paziente anziana affetta da carcinoma mammario”, diretto da Laura Biganzoli, coordinatore del Centro di senologia dell’ex Usl 4 Prato e responsabile del programma di oncologia geriatrica all’Unità operativa di oncologia medica del nuovo ospedale di Prato – Istituto toscano dei tumori, Usl Toscana Centro. “Stiamo assistendo a un invecchiamento progressivo della popolazione – spiega Biganzoli – Si stima infatti che nel 2050 in Italia gli ultrasessantacinquenni saranno il 35,9% della popolazione totale, con una aspettativa di vita media pari a 82,5 anni. In questo contesto, considerando che l’età rappresenta il principale fattore di rischio di tumore della mammella – sottolinea – assumendo che l’incidenza di questo tumore continui a rimanere costante, assisteremo a una crescita esponenziale del numero di donne sopra i 70 anni a cui viene diagnosticata la patologia”. Per l’esperta, “diventa quindi fondamentale muoversi su più settori. Due punti fondamentali sono migliorare l’approccio alla paziente anziana e aumentare l’evidenza dei trattamenti”. “Con ‘paziente anziana’ – continua Biganzoli – intendiamo una popolazione estremamente eterogenea, composta da un lato da donne che definiamo ‘fit’, cioè con una vita assolutamente indipendente e attiva e socialmente florida, e dall’altro lato da donne ‘fragili’ con un alto livello di comorbidità. In mezzo abbiamo un ‘mare magnum’ di altre caratteristiche: è quindi ovvio che non possiamo affrontare la diagnosi e il trattamento del tumore della mammella nello stesso modo in queste donne”. Soprattutto nell’epoca delle terapie personalizzate. Per aumentare l’evidenza dei trattamenti servono studi clinici specificatamente condotti nella paziente anziana, senza considerare l’età come criterio di esclusione dagli studi, in modo da poter condurre analisi di sottogruppo nella popolazione anziana. Ma anche “creare tavoli di lavoro, con esperti del settore, per condurre una analisi critica della letteratura e produrre quella che viene chiamata una ‘expert opinion’. Quello che abbiamo fatto in Eusoma (European Society of Breast Cancer Specialists) in collaborazione con la Siog (International Society of Geriatric Oncology), producendo delle Raccomandazioni sul trattamento della paziente anziana affette da carcinoma della mammella, pubblicate su ‘Lancet Oncology'”. Durante il convegno si svolgerà anche una tavola rotonda sulla gestione delle pazienti nella Breast Unit, a cui parteciperà anche una rappresentanza delle stesse pazienti, “per ricordarci – conclude Biganzoli – che l’obiettivo finale dei nostri trattamenti è la paziente, il cui punto di vista è di fondamentale importanza. Il messaggio che vorremmo arrivasse alla paziente anziana è che non bisogna mai considerare l’età come un limite per il diritto alle migliori cure”.

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