Alimenti: “Nutrire il pianeta di freschezza”, al via la conferenza Wuwm

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Puntare sugli agromercati all’ingrosso per combattere la fame e costruire un mondo migliore, iniziando proprio dalle filiere e dalle infrastrutture agroalimentari in grado di garantire il più facile accesso all’alimentazione salubre di qualità, migliori condizioni di prezzo e controllo sanitario, bassi livelli di inquinamento e impatto ambientale, severi standard di eliminazione degli sprechi e riduzione dei rifiuti, valorizzando i prodotti locali di stagione e i mercati di vicinato. E’ il tema al centro della 31esima Wuwm Conference, la conferenza mondiale dei mercati agroalimentari all’ingrosso, organizzata dal Centro Agroalimentare di Roma con l’Unione Mondiale dei Mercati all’ingrosso e la Fao, a Roma da oggi al 19 maggio. Intorno al tema ”Nutrire il pianeta di freschezza” si confrontano 600 tra accademici, manager, imprenditori e studiosi di 40 Paesi e dirigenti o delegati di 150 tra agromercati, ortomercati, centri agroalimentari, associazioni di categoria e mercati al dettaglio di ultima generazione. Sul tavolo tre temi: l’innovazione nei centri agroalimentari all’ingrosso per migliorare la distribuzione e le condizioni di trasporto degli alimenti; lo studio delle migliori pratiche di valorizzazione dei prodotti biologici negli agromercati all’ingrosso; la riaffermazione anche politica del vincolo di interesse comune e di unità di intenti tra commerci all’ingrosso e al dettaglio nel comparto del ”fresco”. Nell’agenda ufficiale dei lavori della XXXI edizione della Wuwm Conference, il presidente dell’Unione Mondiale mercati all’ingrosso Donald Darnell aggiornerà i membri del Consiglio sulla evoluzione del Protocollo di intesa già in essere tra l’Unione mondiale e la Fao che riconosce il prezioso ruolo dei centri agroalimentari all’ingrosso nella concentrazione, negli stoccaggi, nella refrigerazione, nella distribuzione di grandi volumi di cibo fresco soggetti a controlli di qualità a prezzi monitorati, ma anche nella riduzione dei rifiuti e degli impatti ambientali. Ma prima ancora, il ruolo svolto nell’affrontare i temi delle eccedenze alimentari, degli sprechi di cibo e dei raccolti agricoli, delle perdite di volumi freschi distrutti dalle temperature torride, dai parassiti, da applicazioni approssimative delle norme di conservazione e da una generalizzata carenza di tecnologie adeguate. La collaborazione si è presto allargata alle possibilità di favorire e sollecitare progetti e iniziative di interesse privato, ma con ricadute positive sui problemi della fame e della sottoalimentazione.

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