Salute, Giornata Mondiale Mici: i monumenti italiani si illuminano di viola

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Dalla Torre di Pisa al Maschio Angioino. I principali monumenti italiani, come quelli stranieri, il 19 maggio si tingeranno di viola per il World Ibd Day, la Giornata mondiale delle malattie infiammatorie croniche dell’intestino (Mici) che colpiscono 5 milioni di persone nel mondo e 200 mila in Italia. L’iniziativa, nata per sensibilizzare sulla condizione delle persone che convivono con malattia di Crohn e colite ulcerosa, è organizzata da Efcca (European Federation of Crohn’s & Ulcerative Colitis Associations) e in Italia da Amici Onlus. All’iniziativa quest’anno aderiscono 38 Paesi in 4 continenti.

In Italia sono 19 le città che hanno finora risposto all’appello lanciato da Amici e che venerdì illumineranno il proprio monumento più importante: Bolzano (Facciata del Municipio); Cagliari (Statua della Madonna del Carmine); Carpi (Torre dell’Orologio del Palazzo Pio); Catania (L’Elefante); Ciminna (Chiesa di San Vito); Genova (Fontana di Piazza Colombo); Livorno (Statua di Galileo Ferraris); Modena (La Ghirlandina); Napoli (Maschio Angioino); Novara (Cupola di San Gaudenzio); Padova (Torre della Specola); Palermo (Palazzo delle Aquile); Pavia (Statua della Minerva); Perugia (Il Grifo e il Leone); Pescara (Torre Civica del Municipio); Pisa (La Torre); Reggio Emilia (Fontana del Teatro e Ponte di Calatrava); Trieste (Ponte Curto e Fontana del Nettuno); Vercelli (Torre dell’Angelo).

“Il World Ibd Day è da sempre il giorno più importante per le persone con Mici e per la nostra associazione – spiega Enrica Previtali, presidente di Amici Onlus – perché rappresenta il momento migliore per sensibilizzare e informare l’opinione pubblica su queste patologie e sulla condizione delicata dei pazienti. Siamo onorati e contenti di constatare che anche quest’anno l’Italia ha risposto con spirito solidale e che moltissime città hanno aderito a questa campagna. Il nostro augurio è che, una volta spente le luci sui monumenti, restino accesi i riflettori su queste patologie perché soltanto con l’unione e la collaborazione sarà possibile offrire nuove speranze ai pazienti”.

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