Staminali: cellule del grasso per curare l’osteoartrite

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L’osteoartrite si puo’ curare con le cellule staminali del grasso isolate ed espanse, senza dunque ricorrere al bisturi. Una metanalisi pubblicata su Plos One, che ha preso in esame diversi studi clinici, ha confermato che questo nuovo trattamento e’ in grado di migliorare i sintomi percepiti e misurati con tecniche di imaging diagnostico, con valori incoraggianti: miglioramento del 44 per cento dei sintomi a 6 mesi e del 59 per cento a 12 mesi. L’osteoartrite e’ un processo degenerativo che interessa circa il 15 per cento della popolazione mondiale e colpisce prevalentemente individui in eta’ adulta oppure giovani che sollecitano in modo eccessivo le articolazioni come gli sportivi professionisti e gli obesi. L’artrosi all’anca e al ginocchio e’ considerata l’undicesima causa globale di disabilita’ in quanto il dolore articolare determina un handicap che condiziona le attivita’ quotidiane dell’individuo con serie ripercussioni nell’ambito socio sanitario.

“L’ortopedico posera’ il bisturi e prendera’ la siringa, per prelevare le cellule adipose del paziente, estrarne le staminali e riutilizzarle localmente nelle zone colpite da osteoartrite”, ha detto Adolfo Panfili, specialista in Ortopedia. “E’ una innovazione – ha continuato – che porta il livello di trattamento al piano superiore e permettera’ di dire addio degenerazione articolare e il suo corollario di dolore, spesso invalidante a schiena, spalle, ginocchio. Attualmente tra le varie alternative studiate, le cellule piu’ efficaci sono le ADSCs ossia le staminali prelevate dal tessuto adiposo. Si tratta di cellule mesenchimali (quelle che formano tessuto connettivo), destinato a creare impalcature solide ma flessibili. Proprio queste hanno mostrato una speciale e specifica attività rigenerativa proprio nei confronti del tessuto cartilagineo”.

Bioscience Institute, presso la cell factory di San Marino e Dubai, segue questo innovativo protocollo. La procedura beneficia di tutte le evidenze di sicurezza ed efficacia che sono state espresse da un precedente studio finanziato dalla UE.

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