Space economy: il Lussemburgo scommette sullo sfruttamento asteroidi

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Un’agenzia spaziale e una nuova legge nazionale sullo spazio. Sono i due obiettivi ai primi posti dell’agenda del governo del Lussemburgo, che punta ad allinearsi con i principali paesi europei per quanto riguarda la space economy.

Entrambi questi traguardi – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – sono considerati essenziali nella ‘corsa agli asteroidi’ iniziata dal Granducato nell’ambito del progetto Prospector-X, missione sperimentale nell’orbita bassa terrestre che metterà alla prova le tecnologie chiave per l’estrazione mineraria dagli asteroidi.

“Abbiamo scoperto che per sviluppare in modo soddisfacente l’economia di questo nuovo ambito è necessario un impegno che copra diversi aspetti: governativi, legali, nel settore di ricerca e sviluppo”, commenta Etienne Schneider, Ministro delle Finanze del governo lussemburghese (foto a destra).

Per questo il prossimo grande passo è l’approvazione di una legge nazionale che regoli l’economia spaziale a livello pubblico e privato: “Il provvedimento – afferma Schneider – verrà votato nel corso di questo mese, o al più tardi del prossimo”.

La legge spaziale è una tappa obbligata per il raggiungimento del più ambizioso obiettivo di istituire una vera e propria agenzia spaziale.
Il Lussemburgo è attualmente membro dell’ESA, ma ancora non dispone di un’agenzia nazionale: punta a costruirne una con parametri diversi rispetto a quelli seguiti in altri paesi.

“Questa agenzia spaziale – prosegue Schneider – non sarà una copia della NASA o dell’ESA, ma si focalizzerà esclusivamente sull’utilizzo commerciale delle risorse spaziali”.

Per questo sarà impostata fin da subito come un connubio tra governo e aziende, con fondi pubblici e privati.

Non mancheranno infine le collaborazioni internazionali: due aziende statunitensi specializzate in asteroid mining,  Deep Space Industries e Planetary Resources, hanno già avviato un partenariato con il governo del Lussemburgo. Previsti anche accordi con ispace, compagnia giapponese che ha partecipato al Google Lunar X Prize, e Blue Horizon, spinoff dell’azienda tedesca OHB.

Un piano ambizioso, che in un certo senso lancia una sfida alle altre nazioni leader dell’industria spaziale: “Sono piuttosto sicuro – conclude Schneider – che in qualcosa come 10 anni da ora la lingua ufficiale dello spazio sarà il lussemburghese”.

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