Tumori, studio: nessuna controindicazione a diventare mamma dopo il cancro al seno

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Diventare mamme dopo un tumore al seno, nessuna controindicazione. Non aumenta il rischio di ricomparsa della malattia. A rassicurare le donne che vogliono realizzare il desiderio di maternità dopo aver sconfitto il cancro, è uno studio europeo presentato al congresso della Società americana di oncologia clinica (Asco), in corso a Chicago. La ricerca, la più grande mai condotta su questo tema e l’unica finora a considerare anche i tumori positivi agli estrogeni, ha coinvolto 1.200 donne. Nonostante la metà delle giovani pazienti riferisca la voglia di avere figli, meno di una su 10 rimane incinta dopo le terapie anti-cancro. A frenare la gravidanza è il timore, delle donne ma anche degli oncologi, che possa aumentare il rischio di recidiva tumorale, soprattutto nelle donne con malattia sensibile agli ormoni. La preoccupazione è che i cambiamenti ormonali legati alla gravidanza possono alimentare le cellule tumorali rimaste silenti nell’organismo. Una preoccupazione smentita da questo nuovo studio. “I nostri risultati confermano che la maternità dopo un cancro al seno non dovrebbe essere scoraggiata“, commenta Matteo Lambertini, oncologo medico e ricercatore all’Istituto Jules Bordet di Bruxelles, primo autore della ricerca. Fra le 1.207 pazienti coinvolte nell’indagine, 333 sono rimaste incinte. In media il concepimento si è verificato a 2 anni e mezzo dalla diagnosi, più tardi per le donne con tumore sensibile agli ormoni, che hanno aspettato 5 anni. Dieci anni dopo la diagnosi i ricercatori non hanno trovato alcuna differenza di sopravvivenza libera da malattia fra le ex pazienti diventate mamme e quelle che non avevano avuto gravidanze, nemmeno in caso di neoplasia ormono-sensibile. E anzi, fra le donne che avevano avuto un tumore non legato agli ormoni e poi hanno avuto figli, il rischio di decesso si è praticamente dimezzato (-42%) rispetto alle altre mai rimaste incinte. In questi casi “la gravidanza potrebbe rivelarsi addirittura un fattore protettivo“, sottolinea Lambertini. Il prossimo passo sarà indagare gli effetti della maternità sulla salute delle donne con mutazioni dei geni Brca – i geni ‘Jolie’ – che generalmente sono colpite da tumore del seno in giovane età.

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