Astronomia: studiata la formazione di esopianeti intorno a una stella di neutroni

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Dai resti di un’esplosione di supernova possono nascere nuovi pianeti. Lo afferma un team di scienziati britannici dell’University of Cardiff e dell’Astronomy Technology Centre di Edimburgo. I dettagli sono illustrati in uno studio pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society: Letters, e presentato al National Astronomy Meeting 2017.

Gli studiosi hanno, in particolare, analizzato cosa accade attorno a una stella di neutroni, o pulsar, ciò che resta di una stella esplosa come supernova. I primi esopianeti scoperti circa un quarto di secolo fa – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – sono stati individuati proprio attorno a una pulsar. La loro presenza altera, infatti, i tempi di arrivo degli impulsi radio della pulsar, permettendone l’identificazione indiretta.

La presenza di esopianeti in orbita intorno a stelle di neutroni è considerata piuttosto rara. Ma come fanno a formarsi questi pianeti dopo l’esplosione di una supernova?

Gli scienziati britannici hanno studiato la pulsar Geminga, a circa 800 anni luce nella costellazione dei Gemelli, scoperta dall’astrofisico italiano Giovanni Bignami, scomparso a maggio. Per osservare Geminga, hanno utilizzato il James Clerk Maxwell Telescope (JCMT) delle Hawaii.

Sono, così, riusciti a osservare la pulsar nell’atto di catturare materiale dal mezzo interstellare, per la formazione di nuovi pianeti. L’immagine che hanno osservato è un arco che circonda la stella di neutroni. Dai loro calcoli hanno stimato che la quantità di materiale è circa due volte la massa della Terra. La tappa successiva sarà adesso osservare Geminga con l’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA), per catturare maggiori dettagli.

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