In riferimento alla devastante ondata di incendi che ha colpito nelle scorse ore le colline di Volterra, secondo COLDIRETTI ci vorranno almeno 15 anni per ricostruire i boschi andati a fuoco con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo in provincia di Pisa. “Nell’area dell’incendio pascolano molte aziende ovine – spiega Fabrizio Filippi, presidente di COLDIRETTI di Pisa – che ora dovranno far fronte all’acquisto dei foraggi che venivano prodotti nei prati pascoli in tutto il periodo estivo e autunnale. Purtroppo a causa dei prezzi bassi e delle forti oscillazioni del latte oggi non hanno le disponibilità economiche per affrontare una ulteriore calamità dell”incendio. Per loro è un altro duro colpo“. Oltre alla drammatica perdita di vite umane, gli incendi, sottolinea COLDIRETTI, hanno pesanti effetti dal punto di vista ambientale dovuti alla perdita di biodiversità e alla distruzione di ampie aree di bosco che sono i polmoni verdi del Paese e concorrono ad assorbire l’anidride carbonica responsabile dei cambiamenti climatici. “Per ogni ettaro di macchia mediterranea andato in fumo – afferma Fabrizio Filippi – sono morti in media 400 animali tra mammiferi, uccelli e rettili. Ma sono migliaia le varietà vegetali danneggiate dagli incendi come i boschi di querce, di faggio, di castagno, di cerro, ma anche i funghi e le erbe aromatiche“. E’ pesantissimo il bilancio in provincia di Pisa dove dal 2006 al 2017 sono stati 802 gli incendi, terza provincia più danneggiata dopo Lucca e Firenze, con poco più di mille ettari di bosco andati in fumo. L’anno peggiore è stato il 2011 con 103 incendi. Lo scorso anno erano stati 55; 42 tra gennaio e giugno dell’anno corrente. Nei boschi andati a fuoco saranno impedite anche tutte le attività umane tradizionali come la raccolta della legna, dei tartufi e dei piccoli frutti, ma anche quelle di natura hobbistica come i funghi che coinvolgono a settembre migliaia di appassionati. Insieme alle disdette provocate in molti agriturismi sono gravi anche i danni diretti registrati alle coltivazioni agricole, le perdite di animali con la distruzione di numerosi fabbricati rurali. Anche specialità alimentari tradizionali, precisa COLDIRETTI, sono andate perse come vigneti, oliveti e pascoli. “Per difendere il bosco – analizza ancora Filippi – occorre creare le condizioni affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli. Occorre cogliere le opportunità offerte dalla legge di orientamento che invita le pubbliche amministrazioni a stipulare convenzioni con gli agricoltori per lo svolgimento di attività funzionali alla salvaguardia del paesaggio agrario e forestale“.