Acea non può incrementare il prelievo di acqua da altre fonti, oltre Bracciano: lo ha reso noto la stessa azienda alla Regione Lazio. “In relazione alla disponibilita’ offerta dalla Regione Lazio ad Acea Spa di incrementare altre fonti di approvvigionamento per sopperire all’ordinanza di blocco di captazione dal Lago di Bracciano, si comunica che in data odierna la Regione ha ricevuto una comunicazione ufficiale da parte di Acea, in cui ci viene formalizzato che le fonti di approvvigionamento attualmente in uso destinate al fabbisogno idropotabile di Roma Capitale, con la sola eccezione di Bracciano, non possono essere allo stato incrementate della loro portata derivata“. “E’ confermato il livello di severita’ idrica elevata per le Regioni Lazio, Umbria e Marche, limitatamente all’Ato numero 1 di Pesaro Urbino, relativamente alle aree che le singole regioni hanno dettagliato nei rispettivi rapporti“. “Sotto esame dell’Osservatorio anche la situazione della Provincia di Latina e di Frosinone, per le quali i rispettivi enti d’ambito territoriale ottimale hanno segnalato una crescente situazione di preoccupazione che sta interessando la disponibilita’ delle risorse idriche ad uso potabile, anche qui a causa della drastica riduzione della portata in alcune delle principali fonti di approvvigionamento. Per quel che riguarda la regione Umbria, l’area maggiormente sofferente e’ ancora quella del bacino del lago Trasimeno. Per quel che riguarda la regione Marche, come anticipato, il territorio particolarmente interessato dalla crisi idrica e’ quello dell’Ato 1 Pesaro Urbino, le cui fonti di approvvigionamento sono di natura essenzialmente superficiale“, spiega in un comunicato la Regione Lazio.