La siccità che sta interessando tutta Italia e che sta fortemente provando anche il Lago di Bracciano rischia di causare un razionamento d’acqua per i cittadini della Capitale. A Roma si lavora per scongiurarlo. A fronteggiarsi nella trattativa sono i tecnici della Regione e Acea, la multiutility della quale il Comune di Roma è socio al 51 per cento.
Virginia Raggi, sindaco di Roma, contro la decisione di chiudere i rubinetti a scaglione per otto ore a circa 1,5 milioni di romani: in un forum su Messaggero tv, rispondendo a una domanda sull’emergenza siccità nella Capitale ha espresso la sua contrarietà. “Bisogna trovare delle risorse e delle soluzioni concrete immediatamente, nel breve, medio o lungo periodo. Da questo punto di vista posso dire da un lato che e’ inaccettabile che oltre 1,5 milioni di romani rimangano senz’acqua – ha sottolineato -. Dall’altro devo comunque notare che immediatamente all’indomani del cambio di governance di Acea c’e’ stata un’inversione di tendenza: si e’ immediatamente fatto un investimento sulle reti e ridotta la captazione dal lago di Bracciano di oltre 600 litri al secondo. Sono state messe in campo delle misure ma c’e’ ancora da lavorare”.
Non ci sta a passare per “cattivo”, invece, il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, che nel corso di un’intervista con la Tgr del Lazio, ha spiegato i motivi dello stop al prelievo di acqua dal lago di Bracciano: “La sospensione della captazione non e’ stata una scelta, e’ stato un obbligo, perche’ il livello era troppo basso, questo puo’ generare una catastrofe ambientale. E’ previsto un limite, e questo limite e’ stato superato e di molto. Se e’ vero che veniva prelevato solo 1 millimetro al giorno dire ora che bisogna bloccare l’acqua per 8 ore a tutti i romani, o a gran parte di loro, credo sia una esagerazione – ha proseguito -. Io non ho mai fatto e non faro’ mai polemiche, soprattutto su temi cosi’ delicati, ma chiedo ad Acea, che e’ l’ente gestore, di formalizzare una proposta alternativa. Noi faremo di tutto per collaborare – ha concluso -, compresa la captazione da altre fonti per garantire il servizio idrico a tutta la citta’. Credo che anche il Governo, che sta valutando lo stato di emergenza, fara’ la stessa cosa. Ora e’ il tempo di trovare una soluzione, dialogando e parlando credo che si possa trovare”.
La Regione sta comunque lavorando per evitare tale chiusura. L’ipotesi più plausibile è quella di innalzare i prelievi dalle altre quattro fonti che forniscono la Capitale. In attesa dell’esodo estivo e dunque del calo del consumo e magari dell’arrivo delle precipitazioni. Si attende ora la risposta di Acea.
Tale situazione di emergenza sembra essere analoga in tutta Italia: almeno 10 amministrazioni regionali, data l’emergenza siccita’, abbiano gia’ avviato le verifiche e stiano per inoltrare la richiesta di dichiarazione di stato di calamita’ naturale al ministero delle Politiche agricole per attivare il Fondo di solidarieta’ nazionale.