Vendemmia, anche in Basilicata produzione in netto calo

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La vendemmia 2017 in Basilicata “dovrebbe produrre tra i 22 e i 25 ettolitri di vino in meno per effetto, principalmente, del caldo e della siccita'”: e’ la previsione della Confederazione italiana agricoltori. Citando dati dell’Istat, la Cia ha spiegato che in Basilicata la produzione 2015-2016 si e’ “stabilizzata tra gli 86-87 mila ettolitri, con una crescente esposizione ai vini rossi (da circa l’80% all’83%), una produzione doc di circa 30 mila ettolitri (contro un picco di 40 mila del 2012), igt di 27 mila ettolitri (non distante dai picchi del passato di 30 mila) e una produzione di vini comuni quasi scomparsa: 29 mila ettolitri contro un livello medio degli ultimi dieci anni di oltre 100 mila. Una previsione che e’ in attesa di conferme a partire dalle prossime settimane e che e’ seguita con una certa apprensione, solo per la quantita’ e non certo per la qualita’ del vino che non e’ in discussione, da parte dei produttori dei sei vini a denominazione riconosciuta (quattro doc, una docg e una igt) mentre per i vini comuni e venduti sfusi la situazione permane incerta e con bassi margini di remunerazione. Un raffronto: il ricavo medio annuo del vigneto in Basilicata e’ poco inferiore ai tremila euro ad ettaro per il dop, di poco superiore ai tremila euro a ettaro per l’igp e circa 2.400 euro ad ettaro per il vino comune”. Nel rilevare che “siamo molto lontani” dal valore medio per ettaro che si registra in Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Marche e Molise, la Cia ha sottolineato che “una caratteristica invece della produzione vinicola lucana e’ il peso della produzione cooperativa sul totale regionale pari al 45 per cento che colloca la la Basilicata al secondo posto della graduatoria regionale preceduta da Abruzzo (82%). Sono dati fondamentali – ha concluso l’organizzazione di categoria – per determinare le prossime scelte relative al comparto e un punto di vista significativo per capire come e dove si sta muovendo uno dei settori piu’ interessanti dell’agroalimentare made in Italy e comunitario. In particolare la progressione dell’export che per il vino lucano continua ad essere una caratteristica di nicchia, con l’aglianico del Vulture che fa da battistrada sui mercati europei e mondiali, incide positivamente anche sulle quotazioni dei vini nel mercato interno, segno che la catena del valore del vino sta portando risultati positivi su tutti gli anelli della filiera”.

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