L’Uragano Harvey pesa sull’industria del petrolio: 94 piattaforme ancora ferme, ripercussioni costosissime

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L’Uragano Harvey, uno dei peggiori che ha colpito gli Usa e i cui danni sono ancora difficilmente quantificabili (gli esperti parlano di un costo tra i 60 e i 160 miliardi di dollari), continua a pesare sull’industria petrolifera statunitense. Sulla base dei dati diffusi ieri dal Bsee, l’ufficio di regolazione ambientale e della sicurezza, restano chiuse 94 piattaforme di produzione di idrocarburi nel Golfo del Messico, (98 piattaforme erano state evacuate il 28 agosto), ossia il 12,75% delle 737 piattaforme presenti nell’area. Intanto rileva il Bsee gli operatori hanno iniziato le ispezioni delle strutture. Una volta completati tutti i controlli standard la produzione negli impianti verrà riavviata. Secondo il rapporto degli operatori si stima che circa il 13,49% della produzione attuale di greggio, pari a 1.750.000 barili di petrolio al giorno, nel Golfo del Messico è stata sospesa (circa 236.115 barili di petrolio al giorno). Inoltre è stato stimato che circa il 17,64% della produzione di gas naturale è stata sospesa.

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