Spazio: conto alla rovescia per il “tuffo” finale di Cassini, brucerà come una meteora nell’atmosfera di Saturno

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E’ previsto domani, 15 settembre, il gran finale della sonda Cassini, che si tufferà nell’atmosfera di Saturno: l’inizio della discesa nell’atmosfera del pianeta degli anelli è previsto alle 13:54 ora italiana quando la sonda si troverà a circa 1.915 km dallo strato superiore delle nubi del pianeta. Sarà una picchiata velocissima, a 113000 km/h. Durante la manovra il veicolo accenderà tutti i propulsori per mantenere la stabilità e puntare l’antenna verso la Terra per trasmettere gli ultimi preziosissimi dati.

Il segnale dovrebbe cessare dopo un minuto dall’inizio della discesa ed entro circa 30 secondi il veicolo dovrebbe cominciare a bruciare come una meteora: Cassini dovrebbe disintegrarsi completamente nell’atmosfera di Saturno nell’arco di due minuti. Il suo ultimo segnale impiegherà ben 83 minuti per giungere alla Terra, distante un miliardo e 400 milioni chilometri.

Tra i radiotelescopi pronti a ricevere gli ultimi dati ci sarà anche il Sardinia Radio Telescope dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) con il nuovo centro dell’Asi a Cagliari.

Cassini verso il tuffo finale, addio alla sonda di Saturno

Credits: NASA/JPL-Caltech

Domani diremo addio alla sonda Cassini che per anni ha esplorato il pianeta Saturno, i suoi anelli e la sua luna più grande Titano coma mai prima d’ora. Si spegneranno i riflettori sulla missione robotica interplanetaria di NASA, ESA e ASI, una missione che lascia un’immensa eredità scientifica.

Cassini è stata la prima sonda a entrare nell’orbita di Saturno il primo luglio del 2004, la quarta sonda ad avere visitato il pianeta dopo la Pioneer 11 e le Voyager 1 e 2. Lanciata il 15 ottobre 1997 con un lancio spettacolare dal poligono di Cape Canaveral, Cassini ha avuto il compito di studiare il sistema di Saturno, comprese le sue lune e i suoi anelli.

Durante le fasi finali della missione, iniziate il 26 aprile scorso, Cassini è passata 22 volte vicinissima a Saturno, permettendo di gettare luce per la prima volta sulla struttura interna del gigante gassoso e di rivelare l’età dei suoi anelli. La missione, guidata dalla Nasa con importanti contributi dell’Agenzia Spaziale Italiana e dell’Agenzia Spaziale Europea è arrivata nell’orbita di Saturno il primo luglio 2004 dopo una lunga fase di crociera. Da qui Cassini ha iniziato una complessa sequenza di orbite che hanno permesso di visitare tutti i satelliti e osservare da vicino il pianeta e i suoi anelli. E le scoperte sono andate ben oltre le attese.
Durante il tour del sistema di Saturno, Cassini ha reso possibile la scoperta di mari e laghi di idrocarburi liquidi sulla superficie di Titano, la seconda luna del sistema solare per dimensioni, nonché la determinazione della struttura interna del satellite e la scoperta di un nucleo roccioso di circa 2.000 chilometri di raggio composto da silicati idrati.
Grazie alla misura delle maree di Titano, è stata rivelata l’esistenza di un oceano di acqua liquida sotto la crosta ghiacciata del satellite. La batimetria dei mari della luna mostra come questi raggiungano la profondità di 170 m. Nel 2014 è stato poi rilevato una grande quantità di acqua liquida nella regione polare meridionale di Encelado, pari a circa 240 volte il lago di Garda, al di sotto della fredda crosta ghiacciata di -190° C della piccola luna che ha un raggio di 252 chilometri.

Importante l’apporto dell’industria italiana nella missione Cassini. Tutti i dati raccolti da Huygens nel corso della discesa e dalla superficie di Titano, tra cui quelli dello strumento italiano Hasi realizzato da Leonardo, sono stati trasmessi alla sonda Cassini attraverso il sottosistema di comunicazione Probe Data Relay Subsystem (Pdrs), realizzato da Thales Alenia Space. Nella missione Cassini-Huygens, il colosso italiano Leonardo ha un ruolo di primissimo avendo fornito gli strumenti di navigazione, le tecnologie per i radar di bordo e importanti strumenti di osservazione e misura sia a bordo dell’orbiter che del lander. Leonardo ha anche sviluppato la telecamera nel visibile dello spettrometro Vims ed ha contribuito con le sue tecnologie elettroniche al successo del Radar di Cassini. Nella missione Cassini, Thales Alenia Space (joint venture tra Thales 67% e Leonardo 33%), è prime contractor per la costruzione del lander Huygens ed è responsabile della progettazione e realizzazione di importanti sistemi elettronici all’interno dell’orbiter, per conto dell’Asi. Tra questi, l’antenna ad alto guadagno Hga/Lga di Cassini che assicura tutti i collegamenti da e verso Terra, l’antenna più complessa mai progettata per una missione interplanetaria. La joint venture ha anche fornito apparati chiave per la realizzazione degli esperimenti di radioscienza.

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