Nobel Chimica: le immagini sono ‘asso nella manica’ della biologia

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“Le immagini sono state da sempre un ‘asso nella manica’ per i biologi, a partire dal primo ‘ritratto’ della molecola della vita, il Dna, ottenuto all’inizio degli anni ’50 con la cristallografia ai raggi X da Rosalind Franklin nei laboratori britannici del Medical Research Council (Mrc).

Qualche decennio piu’ tardi, nello stesso centro di ricerca uno dei tre Nobel per la Chimica 2017, Richard Henderson, ha cominciato a studiare una proteina color porpora chiamata batteriorodopsina, incastonata nella membrana di un batterio che si carica di energia attraverso la fotosintesi. Per la prima volta riusci’ a ottenerne l’immagine tridimensionale utilizzando un microscopio atomico.

E’ stato Joachim Frank, in seguito, a mettere a punto il modello matematico in grado di ricostruire la struttura in 3D in alta risoluzione. Restava da risolvere un altro problema importante: riuscire ad analizzare i campioni biologici senza danneggiarne la struttura. La soluzione proposta da Jacques Dubochet e’ stata raffreddare l’acqua cosi’ rapidamente da farla solidificare in una forma vetrosa anziche’ cristallina. A quel punto tutto era pronto per combinare la tecnica della vetrificazione dei campioni con la microscopia elettronica, dando vita alla criomicroscopia elettronica. La prima immagine ottenuta con questa nuova tecnica e’ stata pubblicata sulla rivista Nature nel 1985.”

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