Ricerca: sviluppato tessuto autodisinfettante, testato sulle porte degli ospedali

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Un tessuto autodisinfettante per combattere le infezioni ospedaliere, un problema sanitario rilevante che riguarda il 5% delle persone ricoverate. Un équipe di ricercatori dell’università inglese di Leeds ha messo a punto, dopo 7 anni di lavoro, il particolare rivestimento da utilizzare soprattutto su porte e maniglie, che contiene piccole riserve di soluzione idroalcolica: una lieve pressione permette di distribuirne sulla superfice la quantità necessaria a disinfettare. Gli studiosi hanno pubblicato una ricerca che testa l’efficacia di questa tecnologia sul ‘Journal of Hospital Infection’.
Lo studio ha dimostrato che il tessuto permette di ridurre il livello di 3 batteri spesso presenti nelle aree ospedaliere – Staphylococcus aureus, Escherichia coli ed Escherichia faecalis – e che rappresentano il 90% della presenza batterica sulle porte delle strutture nosocomiali. Le porte e le maniglie degli ospedali sono spesso vettori di infezioni, tanto che in alcuni centri europei sono state adottati maniglie e corrimano di rame, metallo che riduce la possibilità di trasmissione dei microrganismi. Il nuovo tessuto tecnologico, denominato ‘Surfaceskins‘, viene descritto come poco costoso e di facile utilizzo. Inoltee può essere facilmente sostituito ogni 7 giorni, dopo oltre mille ‘pressioni’.
La nuova tecnologia non sostituisce ovviamente il lavaggio della mani, fondamentale in ospedale. Ma il materiale, utilizzato anche per creare un’intera maniglia e non solo il rivestimento, potrebbe risultare utile oltre che in sanità anche nella ristorazione, nelle toilette pubbliche, sulle navi o in altri luoghi confinati dove la propagazione delle epidemie può essere particolarmente rapida.

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