Accadde oggi: il 22 novembre 1963 veniva assassinato John Fitzgerald Kennedy, la sua morte ancora avvolta nel mistero

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Mentre transita su un’auto scoperta per le vie della principale città del Texas, Dallas, viene assassinato il 22 novembre 1963 il presidente degli Usa John Fitzgerald Kennedy. Le circostanze della sua morte, che hanno fatto scorrere fiumi di inchiostro e di pellicola, non sono mai state del tutto chiarite.

Chi ha ucciso John Fitzgerald Kennedy?

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Molti statunitensi non credono che Lee Harvey Oswald sia stato il solo a sparare al presidente. Ma tutti gli interrogativi, nonostante la commissione Warren e milioni di documenti e perizie prodotti sul caso più controverso della storia Usa, restano aperti.
Cosa si nasconde dietro l’assassinio di Kennedy e perché dopo oltre mezzo secolo l’evento è ancora avvolto nel mistero?
DALLAS, 22/11/63 – Sono le 11.40 di venerdì 22 novembre 1963, quando il presidente degli Stati Uniti e la first lady Jacqueline arrivano all’aereoporto di Love Field a Dallas. E’ l’inizio di una visita ufficiale programmata cinque mesi prima dal capo della Casa Bianca, dal suo vice Lyndon Johnson e da John B. Connaly, governatore del Texas. E’ previsto che la limousine presidenziale compia un giro di 45 minuti per la città fino al Trade Mart, passando tra la gente, a dimostrazione della popolarità personale di cui gode Kennedy. Il percorso è approvato il 18 novembre e pubblicizzato sui giornali fin dal giorno successivo.
Alle 12.30, però, Kennedy viene ferito mortalmente da colpi di fucile, sparati dall’operaio, attivista ed ex militare Lee Harvey Oswald. Stando alle versioni ufficiali, il primo colpo di arma da fuoco diretto verso Jfk parte all’altezza della Texas School Book Depository. Il secondo colpo risuona in rapida successione e colpisce Kennedy da dietro, entrando nel collo, un altro la testa, ed è quello fatale. Il presidente si accascia sulle ginocchia della moglie Jacqueline e all’una di notte, al Parkland Hospital di Dallas, muore dopo aver ricevuto i sacramenti.
IL PROIETTILE ‘MAGICO’ – Secondo la commissione Warren, istituita per indagare sull’omicidio, i tre colpi che uccisero Kennedy e ferirono il governatore Connaly furono sparati dalla finestra del sesto piano posta all’angolo di un edificio che ospitava un deposito di libri scolastici. Un primo sparo del fucile andò a vuoto. Un secondo colpì sia il presidente che il governatore a distanza di circa 4 secondi l’uno dall’altro causando ben sette ferite. E’ il famoso ‘magic bullet’, il proiettile ‘magico’ che riuscì a rimanere integro, secondo l’avvocato Arlen Specter. Il terzo colpo ferì mortalmente il presidente.
I DUBBI – I punti sui quali si continuano a concentrare i dubbi sono numerosi: prima di tutto la Dealey Plaza, la collinetta erbosa dalla quale sarebbe partito, stando alle altre versioni che contrastano con i risultati della commissione Warren, il quinto colpo che ferisce Kennedy alla testa. Inoltre, secondo il rapporto firmato dagli agenti dell’Fbi, Frank O’Neill e James Sibert, un proiettile fu rimosso dal corpo del presidente e la sua esistenza venne confermata anche dall’ammiraglio Galvin Galloway. Ma non si poteva trattare di quello che ferì mortalmente alla testa il presidente, perché trapassò il suo corpo. Ciò, stando a coloro che hanno studiato a fondo il caso, lascia aperta una sola possibilità: a sparare a Kennedy non era stata una sola arma. Vi doveva essere qualcun altro appostato oltre a Oswald.
L’IPOTESI DEL SECONDO KILLER – Secondo la versione del procuratore distrettuale di New Orleans, Jim Garrison, sulla quale è incentrato il film di Oliver Stone, ‘Jfk’, il primo colpo manca la limousine. Un secondo ferisce Kennedy alla gola e il terzo, sparato da dietro, ferisce il passante Teague, che si trova a decine di metri dall’auto presidenziale. L’ultimo proiettile, secondo Garrison, ferisce il governatore Connaly, probabilmente sparato da un altro tiratore. Egli stesso, infatti disse che, a suo parere, quando Jfk fu colpito dal primo proiettile era ancora illeso. Ci sono poi le discordanze fra gli autori delle due autopsie. I dottori civili di Dallas hanno parlato dell’esistenza di un altro killer appostato di fronte al corteo, mentre i medici militari di Washington hanno ribaltato il verdetto, dichiarandosi a favore dell’ipotesi dell’assassinio solitario.
OSWALD, L’OMBRA DI CIA E KGB – Rimane avvolto nell’ombra, nonostante la sua biografia sia stata setacciata, anche il personaggio di Oswald, del quale si è detto che fosse sia un agente della Cia che del Kgb. Vi erano due Oswald? E per quale motivo sparò a Kennedy? Un primo scenario si è aperto su un Oswald mentalmente disturbato che con due soli proiettili riesce a uccidere il presidente e a ferire Connaly, quindi va a casa, prende la rivoltella e uccide l’agente Tippit che gli chiede i documenti. Infine, si rifugia nel Texas Theatre e qui viene arrestato dopo la segnalazione di un negoziante.
GLI ‘UMBRELLA MAN’ – Non si è mai saputo chi fossero o cosiddetti ‘umbrella men’, ossia i due uomini che si trovavano vicino a Kennedy quando venne sparato il colpo fatale. Uno dei due teneva un ombrello aperto nonostante la giornata di sole mentre l’altro, sulla curva, agitava le braccia in aria, come mostrano le foto e le immagini realizzate quel giorno dal cineamatore Abraham Zapruder.
LE MORTI MISTERIOSE – Almeno 80 persone coinvolte nel caso Kennedy muoiono, negli anni successivi, in circostanze misteriose. Il primo della lista è Jack Zangretti, ucciso da un colpo di pistola alla testa nel dicembre ’63, l’uomo che sa dei rapporti Oswald-Ruby. Soltanto nel 1964 muoiono, in modo poco chiaro, tredici testimoni chiave. Sono nove le persone morte nel ’65. Dodici nel ’67. Nel ’77, quando stavano per essere riaperte le indagini, scompaiono quattordici testi potenziali.

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