“Nelle aree attorno al vulcano Agung si trovano quasi solo piccoli villaggi già evacuati. Non sono zone battute dai turisti se non di passaggio per poter visitare qualche tempio“: lo afferma all’agenzia Dire Stefano Spallacci, amministratore della pagina Facebook ‘Italiani a Bali’, anche lui italiano residente nell’isola indonesiana.
“Siamo in zone con grande attività vulcaniche per cui ce ne è sempre qualcuno che dà segni di risveglio” spiega Spallacci. “Il fatto che l’Agung faccia questo scalpore è perché Bali è una zona molto turistica. C’è stato un calo di almeno il 30% di turisti rispetto agli scorsi anni, un problema per l’economia del Paese che gira quasi esclusivamente attorno al turismo”.
Cresce la frustrazione delle persone bloccate in aeroporto, chiuso a causa delle colonne di cenere e fumo, ma nell’isola indonesiana la situazione appare tranquilla: “Nelle ultime ore si parla di uno scoppio imminente, ma l’allerta in realta’ va avanti da settembre. Sicuramente l’attivita’ vulcanica degli ultimi giorni e’ diversa da quando arrivarono le prime avvisaglie ma senza uno smartphone o un computer non ne saprei nulla, nemmeno dagli stessi indonesiani“.
Spallacci vive a 70 chilometri dal vulcano, nel sud-ovest di Bali, non lontano dall’aeroporto. “Stasera – dice – al Warung Max, bar di Kuta e punto di ritrovo per gli italiani, ci sara’ un incontro per aiutare chi deve ritornare in Europa il prima possibile”.