“Lunedi’ prossimo si terra’ a Catanzaro un tavolo tecnico operativo per i rifinanziamento della diga sul Melito, cui vogliamo credere seguiranno i necessari passi verso il Governo, che ha gia’ inserito il nuovo bacino nel piano infrastrutturale. Ora, pero’, e’ necessario dare seguito concreto alle tante affermazioni di principio, succedutesi negli anni. Per arrivare a questo, il presidente del Consorzio di bonifica, Grazioso Manno, ha dovuto iniziare uno sciopero della fame, ora sospeso a fronte delle assicurazioni avute, ma che ha rischiato di minare definitivamente la sua salute, gia’ pregiudicata da un’importante operazione cardiaca”.
E’ quanto afferma, in una nota, Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione nazionale dei Consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue (Anbi). “La domanda – prosegue Vincenzi – per quanto retorica e’ sempre la stessa: perche’ in Italia sono necessari eventi estremi, dall’alluvione al sacrificio personale, per ottenere i finanziamenti necessari a preservare il territorio dai rischi di una risorsa come l’acqua, che l’uomo sta trasformando da madre a matrigna delle nostre vite?”.
“La diga sul Melito – sostiene dal canto suo il direttore generale dell’Anbi, Massimo Gargano – e’ uno degli esempi, che avevamo scelto nel presentare il dossier su 35 grandi opere idrauliche incompiute, ma costate finora al Paese oltre 650 milioni di euro. I lavori per il nuovo invaso calabro, iniziati negli anni ’90, hanno gia’ impegnato 90 milioni di euro, ma sono completati solo al 10%, perche’ sospesi a causa di un decennale contenzioso avviato dalla ditta aggiudicataria dell’appalto. Sara’ una delle piu’ grandi dighe d’Europa, interessante la realta’ idrica di circa mezzo milione di persone in 55 comuni”.
“Il cantiere abbandonato, oggi pero’ – sottolinea ancora Gargano – e’ solo uno sfregio al territorio, occupando circa 400 ettari; inoltre sono stati gia’ espropriati 112 ettari ad uso agricolo senza contare le migliaia di posti di lavoro, persi a causa del trascinarsi della vicenda. Ora pero’ e’ il tempo delle scelte definitive per un’opera voluta dal territorio, come testimoniato dalle prese di posizione dei sindaci della zona e dalla larga solidarieta’ raccolta dalla protesta nonviolenta, attuata da Grazioso Manno”.