Secondo una nuova ricerca, mangiare troppo velocemente può aggiungere una taglia extra al tuo giro vita e aumentare il rischio di malattie cardiache, diabete e ictus. I risultati di un nuovo studio – recentemente presentato alle Scientific Sessions 2017 dell’American Heart Association, tenutesi ad Anaheim, California – suggeriscono che ingurgitare il cibo può seriamente danneggiare la nostra salute cardiometabolica.
Il Dottor Takayuki Yamaji, un cardiologo della Hiroshima University in Giappone, è l’autore principale dello studio, che ha esaminato più di 1.000 partecipanti per un periodo di cinque anni. Lo studio si è concentrato sulla relazione tra la velocità nel mangiare e l’incidenza della sindrome metabolica, che è il nome collettivo dato a cinque fattori di rischio per gravi condizioni cardiometaboliche come malattie cardiache, diabete e ictus. Questi cinque fattori di rischio sono: ipertensione, trigliceridi alti (i grassi presenti nel sangue), iperglicemia, livelli di colesterolo “buono” bassi e girovita largo.
Sempre più persone stanno sviluppando la sindrome dovuta ad aumenti nei tassi di obesità, avverte il National Institute of Health (NIH). Attualmente, si stima che oltre un terzo (34%) della popolazione adulta degli Stati Uniti abbia la sindrome metabolica. “Nel futuro la sindrome metabolica potrebbe superare il fumo come principale fattore di rischio per le malattie cardiache”, secondo l’NIH. A livello mondiale, la prevalenza della sindrome metabolica può essere compresa tra il 10% e l’84% della popolazione, a seconda di dove ci concentriamo.
Lo studio delle abitudini alimentari negli adulti giapponesi
Il Dottor Yamaji e i suoi colleghi hanno esaminato 1.083 partecipanti, 642 dei quali erano di sesso maschile. In media, i partecipanti avevano poco più di 51 anni. Queste persone non presentavano segni di sindrome metabolica all’inizio dello studio nel 2008 e i ricercatori li hanno seguiti per un periodo di cinque anni. Usando un questionario auto-gestito, i partecipanti fornivano informazioni sul loro stile di vita, sulle loro abitudini alimentari, sulla loro attività fisica e sulla loro storia medica. Se i partecipanti avevano preso almeno 10 kg dall’età di 20 anni, questo sarebbe stato qualificato come “aumento di peso” ai fini dello studio. I partecipanti sono stati divisi in tre gruppi, secondo la loro velocità nel mangiare: consumatori lenti, normali e veloci.
Mangiare velocemente è collegato alla sindrome metabolica
In un periodo di cinque anni di controlli, 84 persone hanno sviluppato la sindrome matabolica. Complessivamente, la velocità più alta nel mangiare è correlata ad un maggiore aumento di peso, all’iperglicemia, ad alti livelli di lipoproteine a bassa densità, o colesterolo “cattivo”, e a un girovita più largo. I consumatori più veloci avevano almeno il doppio delle probabilità di sviluppare la sindrome metabolica rispetto alla loro controparte di consumatori normali.
Più in particolare, i consumatori veloci avevano l’11.6% di probabilità in più di sviluppare i fattori di rischio, contro un 6.5% di probabilità nei consumatori normali. Mentre i consumatori lenti avevano solo un 2.3% di probabilità di sviluppare la sindrome metabolica. Gli autori dello studio concludono: “La velocità nel mangiare era associata all’obesità e alla futura prevalenza della sindrome metabolica. Mangiare lentamente può dunque essere un fattore essenziale dello stile di vita per prevenire la sindrome metabolica tra i giapponesi”. Il Dottor Yamaji commenta i risultati: “Mangiare più lentamente può essere un cambiamento fondamentale dello stile di vita per aiutare a prevenire la sindrome metabolica. Quando le persone mangiano velocemente tendono a non sentirsi sazie e hanno più probabilità di mangiare troppo. Mangiare velocemente causa una maggiore fluttuazione del glucosio, che può portare alla resistenza all’insulina”.