Arriva il 2018, sarà il Centenario della “Spagnola”: la peggiore delle pandemie 

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Compie un secolo la piu’ terribile delle pandemie di influenza, la Spagnola, che all’inizio del 1918 fece la sua comparsa provocando milioni di morti nel mondo. A rendere quel virus ancora piu’ devastante c’era una popolazione duramente provata dalla Grande Guerra. Il simbolo di quell’evento sono le croci bianche del piccolo cimitero delle isole Svalbard, nell’Artico, da dove il virus e’ stato ‘riesumato’ e finalmente analizzato e studiato, fornendo informazioni preziose per contrastare l’eventuale arrivo di virus altrettanto aggressivi. Sono state ricostruite solo dieci anni fa le mutazioni che hanno permesso al virus della Spagnola di fare il cosiddetto ‘salto di specie’ che ha reso possibile la trasmissione da uomo a uomo e, con essa, un contagio globale.

Il primo passo era stato fatto nel 2005, con la ricostruzione della mappa genetica del virus e allora l’obiettivo principale era non farsi trovare impreparati all’arrivo di una nuova pandemia di influenza potenzialmente pericolosa. Era stata infatti notata una sorta di periodicita’ nelle ondate di pandemie, dalla Spagnola del 1918 all’Asiatica del 1957 alla Hong Kond del 1969. Quando e’ arrivata, nel 2009, la nuova pandemia e’ stata la prima per la quale esisteva gia’ un vaccino. Oggi e’ chiaro quanto sia importante non farsi cogliere impreparati, anche da virus emergenti come quelli di Sars, Zika, Ebola. La lezione della Spagnola e’ utile anche per prepararsi a nuove minacce. Tra queste la virologa Ilaria Capua, a capo del Centro di eccellenza One Health dell’Emerging Pathogens Institute dell’Universita’ della Florida, indica i batteri resistenti agli antibiotici.

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