Tecnologia, con l’iperlente sarà possibile osservare cellule viventi con un dettaglio incredibile

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Un fondamentale progresso nella qualità del materiale ottico usato per creare lenti che possono risolvere oggetti molto più piccoli della lunghezza d’onda della luce ha portato alla creazione dell’iperlente. Si tratta di uno strumento in grado di osservare le cellule di un virus sulla superficie di cellule viventi nel loro ambiente naturale.

Il materiale ottico in questione è il nitruro di boro esagonale (hBN). La migliore risoluzione riportata in precedenza usando l’hBN era un oggetto 36 volte più piccolo della lunghezza d’onda infrarossa usata. I ricercatori hanno calcolato che ora una lente può catturare immagini di oggetti di 30 nanometri. Per metterla in prospettiva, il diametro di un capello umano va dagli 80.000 ai 100.000 nanometri. Un globulo rosso umano è di circa 9.000 nanometri e i virus vanno da 20 a 400 nanometri.

Negli anni, gli scienziati hanno sviluppato molti strumenti capaci di produrre immagini con risoluzione in nanoscala, come i microscopi elettronici o quelli atomici. Ma questi sono incompatibili con gli organismi viventi. La ragione principale dello sviluppo delle iperlenti è la possibilità di fornire delle immagini così altamente dettagliate di cellule che vivono nei loro ambienti naturali, utilizzando luce a bassa energia che non le distrugge. La tecnologia ha anche potenziali applicazioni nelle comunicazioni e nei componenti ottici in nanoscala.

Hanno contribuito allo studio ricercatori dell’University of California, San Diego, Kansas State University, Oak Ridge National Laboratory e Columbia University.

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