Ambiente, in molti posti le foreste non torneranno più dopo gli incendi

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Le foreste che vediamo oggi non sono quelle che vedremo in futuro. È questo il risultato complessivo di un nuovo studio sulla capacità di recupero delle foreste delle Montagne Rocciose, condotto dalla Colorado State University.

I ricercatori hanno analizzato i dati di 1.500 siti di 5 stati – Colorado, Wyoming, Washington, Idaho e Montana – e misurato più di 63.000 piantine dopo 52 incendi negli ultimi tre decenni. Volevano capire se e come il cambiamento climatico degli ultimi decenni ha influenzato la rigenerazione degli alberi dopo gli incendi, che rappresenta un indicatore-chiave della ripresa delle foreste.

I risultati fanno riflettere e parlano di significative riduzioni nella rigenerazione degli alberi in seguito agli incendi dell’inizio del ventunesimo secolo, un periodo considerevolmente più caldo e secco rispetto alla fine del ventesimo secolo. Il team ha dichiarato che con il cambiamento climatico, le foreste sono meno resistenti dopo gli incendi.

“Spesso parliamo del cambiamento climatico e di come ci influenzerà in futuro ma la verità è che stiamo già vedendo questi cambiamenti. Gli incendi sono un catalizzatore per il cambiamento. In molti posti, le foreste non torneranno più dopo gli incendi”, ha detto Camille Stevens-Rumann, assistente professoressa alla Colorado State University.

Storicamente, le foreste cambiano nel tempo, ma i risultati della ricerca suggeriscono che servirà molto più tempo dopo un incendio affinché le foreste tornino nei siti, se mai ci ritorneranno. In un terzo delle aree studiate, i ricercatori non hanno trovato piantine che crescevano. I siti colpiti più duramente erano i più caldi e secchi e quelli dove gli incendi hanno bruciato al punto che pochi alberi sopravvissuti sono in grado di fornire semi. Stevens-Rumann ha continuato: “Anche se piantassimo alberi in quelle aree, è probabile che non avremmo successo. Dobbiamo cominciare a capire che questi paesaggi non saranno gli stessi in futuro”.

Una delle più grandi sorprese del team è stato scoprire i dati sul deficit di acqua media annuale nei siti studiati. Stevens-Rumann ha aggiunto: “Molti direttori forestali necessitano di anni post-incendio più freddi e umidi per aiutare la rigenerazione, ma questo non sta accadendo più, o accade con poca frequenza”. Stevens-Rumann indica che alberi simili a quelli che sono bruciati vengono piantati tipicamente su un sito devastato dagli incendi e questo potrebbe non essere più l’approccio più intelligente da seguire. Incontrerà direttori e forestali per discutere quale potrebbe essere l’approccio migliore: “Ci sono aree che potrebbero supportare alcune specie di albero: sono i posti ideali in cui piantare dopo un incendio”.

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