Salute, Sic: rischio di ipertensione per il 10% dei ragazzi under 18

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Il 10% dei ragazzi con meno di 18 anni rischia di essere iperteso. A lanciare l’allarme è la Società italiana di cardiologia (Sic), che inaugura oggi a Roma il suo 78esimo Congresso nazionale, una quattro giorni di lavori dedicati al cuore che coinvolgerà oltre 2.200 partecipanti. Tema portante dell’evento è “l’anticipazione della prevenzione”, spiega all’AdnKronos Salute il presidente Sic, Giuseppe Mercuro, che puntualizza: “Come per ogni malattia cronica, è verosimile che l’ipertensione arteriosa sviluppi le sue premesse fisiopatologiche anni o decenni prima di manifestare segni e sintomi clinicamente inequivocabili. Bisogna individuare i fattori di rischio e, con l’aiuto dei genitori, modificare lo stile di vita dei giovani“.

“Si pensa che alcune categorie come le donne o i giovani siano se non immuni, parzialmente esentati dalle malattie cardiovascolari – sottolinea Mercuro – Questo non è vero, e dobbiamo far sì che la nostra medicina da repressiva diventi preventiva e prospettica. Nei giovani – osserva – una ‘impronta pressoria’ consiste nel riscontro di valori tensivi ai limiti superiori della norma per l’età, insieme a un’accresciuta massa corporea, che si renderebbe manifesta sin dalla prima età“.

Sul cuore delle donne, la Sic è fortemente impegnata in una campagna di informazione: “L’infarto è la prima causa di morte nella donna sopra i 65 anni – ricorda Mercuro – e, se negli ultimi 30 anni si registra una importante diminuzione della mortalità per malattie cardiovascolari nell’uomo, altrettanto non accade per le donne, che sottovalutano i rischi. Questo perché il sesso femminile ha meno probabilità di riportare dolore o disagio al torace rispetto agli uomini. D’altra parte, al momento della presentazione dei sintomi, le donne tendono ad avere 10 anni in più rispetto agli uomini e di solito hanno 20 anni in più al momento del primo evento cardiaco”.

Durante il Congresso particolare attenzione sarà poi dedicata agli specializzandi e ai giovani cardiologi, per i quali è stata prevista la partecipazione gratuita: “Abbiamo fatto tutto il possibile per favorire i giovani, e per questo dedichiamo a loro una serie di iniziative, tra cui una tavola rotonda sulla prevenzione – spiega Paolo Camici, presidente Commissione per il Congresso – L’intenso confronto con i numerosi partecipanti stranieri e il grande spazio dedicato ai giovani sottolineano la vocazione internazionale della cardiologia italiana, spinta a un continuo miglioramento“.

Quest’anno, inoltre, ricorre il 40esimo anniversario dell’angioplastica, introdotta nel 1977 da Andreas Gruntzig, “un momento epocale nella storia della cardiologia – ricorda Francesco Romeo, past president Sic – dove si è capito che potevamo intraprendere una strada di trattamento della coronaropatia con metodiche non soltanto di terapia medica, ma di cardiologia interventistica”. “In questi 40 anni – continua Romeo – la tecnica si è evoluta dalla semplice angioplastica con palloncino all’introduzione degli stent di varie generazioni, che oggi ci permettono di affrontare qualsiasi problema tecnico. Oggi vengono trattate situazioni che prima erano impensabili”. Il numero di angioplastiche in Italia – concludono i cardiologi – è arrivato a oltre 150 mila su un totale di circa 300 mila coronarografie. Il numero delle angioplastiche primarie, cioè per il trattamento dell’infarto acuto, ha superato quota 35 mila.

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