Ferrero, Coldiretti: svolta dopo l’addio a 3 marchi storici su 4

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Con l’operazione della Ferrero negli Usa è svolta per l’agroalimentare Made in Italy che ha visto passare in mani straniere tre marchi storici su quattro. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare l’acquisizione da parte del gruppo piemontese del business dolciario statunitense della Nestlé per 2,8 miliardi di dollari. Un’inversione di tendenza dopo che – sottolinea la Coldiretti – negli ultimi decenni gli stranieri hanno acquisito quote di proprietà nei principali settori dell’agroalimentare italiano, dalla pasta all’olio, dagli spumanti ai gelati, dai salumi fino ai biscotti. Uno shopping senza freno che è stato peraltro accompagnato solo da sporadiche azioni dell’Italia all’estero dove spesso – denuncia la Coldiretti – sono stati frapposti ostacoli.

Il 2017 si è chiuso con il passaggio alla danese Royal Unibrew A/S di Lemonsoda, Oransoda, Pelmosoda e Mojito Soda dopo l’acquisizione da parte di Associated British Foods (Abf) di Acetum spa, principale produttore italiano dell’Aceto Balsamico di Modena Igp. Ma negli anni – conclude la Coldiretti – sono volati all’estero, tra gli altri, la birra Peroni, i gelati Grom, Antica gelateria del Corso e Algida, i marchi dell’olio Bertolli, Carapelli, Sasso, Sagra e Filippo Berio, la pasta Buitoni e la pasta Del Verde, i cioccolatini Perugina e Pernigotti, lo spumante Gancia, latte e formaggi di Parmalat, Galbani, Invernizzi, Locatelli e delle Fattorie Scaldasole, i salumi Fiorucci e Rigamonti, l’Orzo Bimbo, i cracker Saiwa, le bibite San Pellegrino, i liquori Stock e le caramelle la Sperlari.

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