Virginia Woolf, Google la celebra a 136 anni dalla nascita: le più belle citazioni per conoscerla e ricordarla

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Google, attraverso il suo doodle, oggi ricorda l’immortale Virginia Woolf, scrittrice, saggista e attivista britannica. Oggi è l’anniversario della nascita, avvenuta il 25 Gennaio 1882. Fu una pioniera nella battaglia per la parità dei sessi e figura di spicco dei salotti letterari londinesi, considerata una profonda innovatrice dello stile e della lingua inglese. Nella sua opera complessiva sperimentò la tecnica del flusso di coscienza e dotò i suoi personaggi di uno straordinario potere psichico ed emotivo.

Ecco alcune tra le sue più famose citazioni per conoscerla e ricordarla attraverso le sue stesse parole: 

  • Le illusioni sono per l’anima ciò che l’atmosfera è per la terra. Toglietele quell’aria tenera, e la pianta morirà, i colori svaniranno. La terra su cui camminiamo è cenere estinta. È marga quella che calpestiamo, e ciottoli spietati ci feriscono i piedi. La verità ci annienta. La vita è un sogno. È il risveglio ad ucciderci. Chi ci deruba dei sogni ci deruba della vita… (e così via, se volete, per sei pagine, ma lo stile è noioso ed è meglio tagliar corto). (da Orlando)
  • Scrivendo, scegliete le parole comuni; evitare il ditirambo e l’eloquenza – pure, è vero, la poesia è incantevole; la prosa migliore è quella che è più piena di poesia. (da Montaigne, in Voltando pagina)
  • A volte mi piacerebbe annotare quello che la gente dice, invece di descriverla. Purtroppo dicono così poco. (da Diario)
  • Se non vivessimo audacemente, prendendo il toro per le corna e tremando sui precipizi, non saremmo mai depressi; ma già saremmo appassiti, vecchi, rassegnati al destino. (da Diario)
  • Con quanta interezza vivo nella mia immaginazione; come dipendo assolutamente da zampilli di pensiero che mi vengono mentre cammino, mentre mi siedo; cose che roteano nella mia mente, componendovi un incessante corteo, che dovrebbe essere la mia felicità. (da Diario)
  • Ho la grande e stupefacente sensazione di qualche cosa, lassù, che è “quello”. Non mi riferisco alla bellezza, non esattamente. È che la cosa basta in se stessa: soddisfacente; compiuta. È la sensazione della mia straordinarietà, di me che cammino sulla terra: dell’infinita stranezza della condizione umana. (da Diario)
  • Nella mia mente c’è un’irrazionale scala di valori. (da Diario)
  • Il mio spirito è avido soltanto di verdi campi, di sole, di vino; di starmene seduta a non far niente. (da Diario)
  • In fondo la conquista della cultura è di lasciare qualcosa di fatto, di solido, per sempre. (da Diario)
  • Mi sono costretta in una certa misura a rompere ogni schema e a trovare una forma inedita di essere – cioè di espressione – per ogni cosa che sento o penso. (da Diario)
  • Ho avuto un istante di grande pace. Forse è questa la felicità.
  • Non c’è cancello, nessuna serratura, nessun bullone che potete regolare sulla libertà della mia mente.
  • Perché le donne sono tanto più interessanti per gli uomini che gli uomini per le donne?
  • Ognuno ha il proprio passato chiuso dentro di sé come le pagine di un libro imparato a memoria e di cui gli amici possono solo leggere il titolo.
  • Rigido, lo scheletro dell’abitudine sostiene da solo la struttura umana.
  • Continuerò ad azzardare, a cambiare, ad aprire la mente e gli occhi, rifiutando di lasciarmi incasellare e stereotipare. Ciò che conta è liberare il proprio io: lasciare che trovi le sue dimensioni, che non abbia vincoli.
  • Le donne devono sempre ricordarsi chi sono, e di cosa sono capaci. Non devono temere di attraversare gli sterminati campi dell’irrazionalità, e neanche di rimanere sospese sulle stelle, di notte, appoggiate al balcone del cielo. Non devono aver paura del buio che inabissa le cose, perché quel buio libera una moltitudine di tesori. Quel buio che loro, libere, scarmigliate e fiere, conoscono come nessun uomo saprà mai.
  • Le domande che dobbiamo porci e a cui dobbiamo trovare una risposta in questo momento di transizione sono così importanti da cambiare, forse, la vita di tutti gli uomini e di tutte le donne, per sempre. È nostro dovere, ora, continuare a pensare. Pensare, pensare, dobbiamo. Non dobbiamo mai smettere di pensare: che “civiltà” è questa in cui ci troviamo a vivere?
  • Guardare la vita in faccia sempre, guardare la vita in faccia e conoscerla per quel che è. Al fine conoscerla, amarla per quel che è, e poi metterla da parte.
  • Scrivere non è per niente un’arte facile. Pensare ciò che si vuole scrivere sembra facile; ma il pensiero evapora, sfugge qua e là.
  • Cedi le redini a ogni impulso, fai tutti gli errori di stile, grammatica, gusto, sintassi. Riversa in massa. Rovesciati. Lascia andare la rabbia, l’amore, la satira con tutte le parole che riesci a cogliere, costringere o creare, con qualsiasi metrica, prosa, poesia o borbottio che ti viene. Così imparerai a scrivere
  • Le illusioni sono per l’anima ciò che l’atmosfera è per la terra. Toglietele quell’aria tenera, e la pianta morirà, i colori svaniranno. La terra su cui camminiamo è cenere estinta. È marga quella che calpestiamo, e ciottoli spietati ci feriscono i piedi. La verità ci annienta. La vita è un sogno. È il risveglio ad ucciderci. Chi ci deruba dei sogni ci deruba della vita…
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