Le origini storiche della Candelora sembrano essere legate ai Lupercali o Lupercalia romani. Parliamo di rituali che si svolgevano proprio nei giorni più nefasti di febbraio, mese purificatorio per eccellenza, in onore del dio Fauno, nella sua accezione di Luperco (Lupercus), protettore del bestiame ovino e caprino dall’attacco dei lupi. Secondo un’altra ipotesi, avanzata da Dionisio di Alicarnasso, i Lupercalia ritornano il miracoloso allattamento dei due gemelli Romolo e Remo da parte di una lupa che da poco aveva partorito. Plutarco descrive minuziosamente i Lupercalia nelle sue “Vite parallele”. I rituali venivano celebrati nella grotta chiamata Lupercale, sul colle romano del Palatino, dove, secondo la leggenda, i fondatori di Roma, Romolo e Remo, sarebbero cresciuti, allattati da una pala. La festività si svolgeva a metà febbraio, con il culmine il 15 febbraio. Era questo il mese invernale nel quale i lupi, affamati, si avvicinavano agli ovili, minacciando le greggi.
Era quindi situata quasi alla fine dell’anno, considerando che i Romani festeggiavano il nuovo anno il 1 marzo.Alla pastorizia e agli armenti era legata l’antica festività celtica di Imbolc, che cadeva tradizionalmente il 1 febbraio, nel punto mediano tra solstizio invernale ed equinozio di primavera. Il termine Imbolc, in gaelico, significava “grembo” , in riferimento alla gravidanza delle pecore, così come Oimelc stava per “latte ovino” a indicare che, in origine, si trattava di una festa legata alle pecore da latte. In questo periodo venivano alla luce gli agnellini e le pecore producevano latte.