Più attenzione al contenuto di zucchero nelle bevande analcoliche da parte dei produttori italiani. Dal 2008 al 2016 le aziende hanno ridotto complessivamente del 22,5% le calorie immesse sul mercato, del 20% lo zucchero immesso al consumo (pari a 68.277 tonnellate) e aumentato del 41% la disponibilità di prodotti riformulati (a contenuto calorico ridotto o nullo).
Sono i dati presentati oggi da Assobibe, associazione di riferimento dei produttori, in occasione dell’incontro organizzato dal ministero della Salute ‘Dagli accordi sulla riformulazione dei prodotti alimentari, alla decade di azione 2016-2025 per la nutrizione: una strategia win win nell’interesse dei cittadini’.
Gli obiettivi ottenuti, si legge in una nota, sono stati sottoscritti dall”industria italiana dei soft drink con il ministero della Saluteper migliorare le caratteristiche nutrizionali dei prodotti alimentari con particolare attenzione alla popolazione infantile (3-12 anni). Impegni poi rinnovati e rafforzati con la sottoscrizione, a conclusione di Expo 2015, di due protocolli elaborati con il ministero della Salute per favorire la corretta alimentazione dei bambini. “L’industria ha dimostrato di essere un comparto concreto, rispettando gli impegni presi con il ministero e di essere al fianco dei consumatori che possono scegliere tra versione tradizionale, con meno zucchero e con assenza di zucchero”, spiega David Dabiankov, direttore generale di Assobibe.
“Questi impegni – continua- sono stati mantenuti nonostante i consumi non elevati (l’Italia si posiziona al 23esimo posto in Ue con 40/litri pro-capite di bevande gassate), pari a un terzo dei consumi di Messico (146,5 litri/pro-capite) o Stati Uniti (125,9 litri/pro-capite) e nonostante il ridotto apporto calorico medio delle bevande gassate in Italia: 1% (10Kcal) delle calorie assunte da un adulto e 0,6% delle calorie assunte dai bambini”.
L’industria, precisa, ha “aumentato la scelta di formati sempre più piccoli (da 0.75 lt, 0,60 lt e 0,33 lt o lattine da 0,25 lt, da 0.15 lt), che oggi rappresentano il 7% dei volumi”. Sono state inoltre anche introdotte “versioni richiudibili per favorire un consumo in più momenti”. Le imprese hanno “introdotto poi informazioni nutrizionali aggiuntive, per porzione ed evidenziando l’incidenza percentuale rispetto ai valori giornalieri medi dei nutrienti”. Sono state “evitate promozioni e manifestazioni a premio che inducano a un consumo eccessivo. Mentre per rafforzare la tutela verso i bambini sono state eliminate promozioni e pubblicità rivolte ai bambini sotto i 12 anni e di vendita diretta nelle scuole elementari”.