Artrite reumatoide: anche l’inquinamento contribuisce alla malattia

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Da oltre 3 decenni si sa che le persone con una particolare versione di un gene – antigene leucocitario umano (HLA) – sono esposte ad un rischio più alto di artrite reumatoide. Nel frattempo, negli ultimi anni, c’è stato un crescente interesse nella relazione tra artrite reumatoide e fattori ambientali, come il fumo da sigaretta. Nei fumatori che sviluppano la patologia, la malattia colpisce più duramente. Questo significa non solo maggior dolore e gonfiore, ma anche una distruzione ossea più grave, un aspetto meno conosciuto ma più pericoloso della malattia.

Ora, in un nuovo studio, i ricercatori dell’Università del Michigan hanno testato la relazione tra HLA e inquinanti ambientali. Le sigarette sono le maggiori preoccupazioni riguardo l’artrite reumatoide, ma anche vivere in aree urbane o vicino a strade molto trafficate presenta un collegamento con la malattia, indipendentemente dal consumo di sigarette.

artrite reumatoideQuesto perché l’inquinamento atmosferico creato dai veicoli sulle strade produce diossina o altri agenti inquinanti, secondo Joseph Holoshitz, professore di medicina interna dell’Università del Michigan. La diossina attiva un percorso nella cellula per la conversazione tra HLA e inquinanti ambientali, che così collaborano per creare danni maggiori, ha spiegato Holoshitz: “Presi singolarmente sono negativi, ma insieme sono anche peggio. In questo studio abbiamo dimostrato che l’interazione tra la diossina e la variazione genetica HLA attiva eventi associati all’artrite reumatoide. E abbiamo dimostrato in maniera molto convincente che questo facilita la distruzione ossea”.

La degenerazione ossea nell’artrite reumatoide è causata dall’iperattività di alcune cellule ossee chiamate osteoclasti, che assorbono il tessuto osseo. Holoshitz ha spiegato: “Nel nostro studio, con la combinazione di diossina e variazione genetica HLA, abbiamo osservato che gli osteoclasti sono iperattivi e sovrabbondanti e che l’osso viene distrutto per questo”.

Attualmente, i trattamenti disponibili per l’artrite reumatoide si concentrano soprattutto sull’infiammazione ma non direttamente sulla distruzione ossea. Holoshitz ha concluso: “Una volta che avremo farmaci migliori che affrontano direttamente e specificatamente la distruzione ossea nella malattia, avremo dei trattamenti migliori. In un progetto separato, abbiamo un paio di farmaci candidati che bloccano il percorso attivato dall’HLA e che sono efficaci per la prevenzione dei danni alle ossa. Questi farmaci impedivano quasi completamente l’artrite reumatoide e i danni alle ossa nei topi”.

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