Per bruxismo si intende l’atto involontario e spesso non avvertito di stringere o digrignare i denti durante il sonno. Parliamo di un disturbo in continuo aumento, tanto da colpire, in Italia, 15-18 milioni di persone, bambini inclusi. Esso è dovuto ad una serie di cause sia psicologiche che fisiologiche: ansia, stress, tensione emotiva, frustazione inespressa, personalità aggressiva, competitiva, iperattiva; malocclusione, postura errata, dolroi collegati alla dentizione, alla crescita e allo sviluppo della mandibola (nei bambini) ecc.Altri fattori che hanno il bruxismo come effetto collaterale: eccessivo uso di caffeina e alcol, antidepressivi, droghe, disfunzioni del sistema nervoso. Tra i sintomi da non sottovalutare: mal di testa ingiustificato, dolore alle orecchie, sensazione di avere una o entrambe le orecchie tappate, vertigini, difficoltà di deglutizione, denti più sensibili del solito a caldo e freddo, dolore alla colonna cervicale.
Quali sono le conseguenze del bruxismo? Se perpetrato in modo leggero, può dare un senso di fastidio o indolenzimento a livello di bocca e collo, nei casi più gravi può portare ad erosione dentale con conseguente limatura a livello dello smalto. Gli effetti potrebbero estendersi alle articolazioni temporo-mandibolari e ai muscoli ad esse collegati e può verificarsi un danneggiamento dell’osso alveolare e persino lo scollamento delle gengive. Tra i rimedi: il bite, un dispositivo rimovibile in resina trasparente che si inserisce sui denti, solitamente superiori, evitando l’usura dentale, impedendo che i denti vengano in contatto.
Altre volte potrebbe essere necessario modificare l’occlusione con un trattamento ortodontico o con corone, intarsi, otturazioni e altri restauri protesici. Nei casi in cui venga seriamente compromessa l’articolazione, è necessario ricorrere all’intervento chirurgico.