Processi turbolenti nelle galassie generano enormi campi magnetici, che spesso presentano una struttura regolare su larga scala. Questi sono i risultati di uno studio condotto dagli astronomi della Ruhr-Universität Bochum, con il patrocinio del Prof. Ralf-Jürgen Dettmar, che sono stati raggiunti in seguito all’analisi dei dati elaborati da radiotelescopi di ultima generazione.
Dettmar ha spiegato: “Le galassie come la nostra Via Lattea sono oggetti relativamente piatti, che dovremmo immaginare come dischi. In precedenza, si considerava che i campi magnetici fossero intrappolati all’interno del disco”. Tuttavia, sulla base dei dati raccolti presso il Jansky Very Large Array nel Nord America, gli astronomi hanno dimostrato che non è così. Nello stesso modo in cui il campo magnetico terrestre circonda il nostro pianeta, il campo magnetico galattico si estende dal disco al mezzo intergalattico.
I campi magnetici galattici si formano attraverso numerose esplosioni stellari, i cui effetti durano per centinaia di milioni di anni. Le esplosioni di energia di tutte le supernove messe insieme producono i campi magnetici di una galassia. Poiché le esplosioni stellari sono processi caotici, gli scienziati non si aspettavano che generassero un campo magnetico con una struttura così ordinata su larga scala. Ma questo è esattamente ciò che ora hanno dimostrato in diverse galassie. I relativi meccanismi non sono ancora stati pienamente compresi.
La tecnologia di digitalizzazione ha reso possibile la combinazione di dati di diverse antenne radio e, di conseguenza, la realizzazione di misurazioni ad una sensibilità maggiore e ad una banda di frequenza più ampia rispetto all’era pre-digitale. I dati su cui si basa la ricerca sono stati raccolti nel 2011 e nel 2012 ma, a causa dell’enorme volume, ci sono voluti diversi anni per analizzarli.