Fuoco, acqua, terra e aria: i quadri di Euroflora, dettagli e ispirazioni

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Ecco una descrizione dei “Quadri di Euroflora“: dettagli ispirazioni che prendono spunto da fuoco, acqua, terra e aria.

RED WAVE
Si distendono sull’erba lunghe fiamme rosse che arrivano a lambire la sommità del grande prato. L’elemento naturale cui è dedicata questa installazione è il fuoco. La fioritura rossa di grande impatto visivo a contrasto con il fondo verde, sviluppa un percorso che sale per 120 metri, per un totale di 1800 mq di fioriture con 14.000 piante di margherite rosse. Una volta raggiunto il centro dell’installazione, il percorso si apre in una zona più ampia che invita alla sosta. Qui si è immersi nel colore dei fiori, le corolle aperte ricordano il sole e il fuoco d’artificio che rosso si apre nel cielo in una serata di festa. La margherita è una pianta perenne diffusa nei prati, sulle strade e nei terreni incolti di tutta Europa. I suoi fiori si presentano come dei capolini solitari con petali saldati tra loro racchiusi da brattee di colore verde. La principale caratteristica dei capolini della margherita è quella di chiudersi durante le giornate senza sole o piovose mentre, di giorno, in presenza di sole ne seguono i suoi spostamenti. I fiori delle margherite sono molto frequentati da farfalle.

Corolla fiabesca, sibila e rugge il fiore di fuoco. Rimbomba e si scaglia all’aerea scalata. Tonde bocche, delirio di
attonita gioia, ecco il razzo — sboccia si allarga dall’esile stelo in spruzzante cascata. Trillo lungo di lucei
Ninna nanna magata 1 Odi i flauti in orchestra: la girandola crepita e brucia, verde rosso turchino ipnotismo. Fa Pincanto,
bel fuoco, fa l’incanto agli umani ! Esser lievi, esser ilari e obliosi, come bimbi alla fiera;
per la gioia soltanto, niente più che la gioia, bimbi bimbi a cui fanno l’incanto, non esser più nulla, sguardi attenti e
splendenti soltanto, e sgranate pupille, accese a un riflesso balenìo di faville.
(Margherita G. Sarfatti, Fuochi d’artificio Per la musica di Igor Strawinsky)

LAGO DELLE NINFEE
Il cerchio è forma perfetta e pura. L’elemento naturale cui è dedicata questa installazione è l’acqua. Il lago delle ninfee accoglie il riflesso del paesaggio e del cielo che qui si specchiano in una lama d’acqua limpida, generando un senso di quiete e di placida bellezza. La vasca circolare è appoggiata al suolo, il prato modella e cinge il suo contorno. Il suo diametro di 13 metri contiene 66 mc di acqua. Qui galleggiano 150 ninfee rustiche in diverse varietà: la loro ricchezza discreta è luminosa e fresca. Le ninfee sono piante ornamentali che si rigenerano senza sosta, per questo sono il simbolo dell’alba e dell’arrivo del sole. Oltre alla loro bellezza, con le loro foglie hanno la capacità di ombreggiare la superficie del lago mantenendo la temperatura a livelli più bassi ostacolando la formazione delle alghe.

Ho dipinto tante di queste ninfee, cambiando sempre punto d’osservazione, modificandole a seconda delle stagioni dell’anno e adattandole ai diversi effetti di luce che il mutar delle stagioni crea. E, naturalmente, l’effetto cambia costantemente, non soltanto da una stagione all’altra, ma anche da un minuto all’altro, poiché i fiori acquatici sono ben lungi dall’essere l’intero spettacolo; in realtà sono soltanto il suo accompagnamento. L’elemento base è lo specchio d’acqua il cui aspetto muta ogni istante, brandelli di cielo vi si riflettono conferendogli vita e movimento. La nuvola che passa, la fresca brezza, la minaccia o il sopraggiungere di una tempesta, l’improvvisa folata di vento, la luce che svanisce o rifulge improvvisamente, tutte queste cose che l’occhio inesperto non nota, creano variazioni nel colore ed alterano la superficie dell’acqua: essa può essere liscia e non increspata e poi, improvvisamente, ecco un’ondulazione, un movimento che la infrange creando piccole onde quasi impercettibili, oppure sembra sgualcire lentamente la superficie conferendole l’aspetto di un grande telo di seta spruzzato d’acqua. Lo stesso accade ai colori, al passaggio dalla luce all’ombra, ai riflessi. Per ricavare qualcosa da questo continuo mutare bisogna avere cinque o sei tele sulle quali lavorare contemporaneamente e bisogna spostarsi dall’una all’altra tornando rapidamente alla prima, non appena l’effetto interrotto riappare. È un lavoro veramente estenuante, ma quanto è seducente! Claude Monet 1918

L’alba vinceva l’ora mattutina che fuggia innanzi, sì che di lontano conobbi il tremolar de la marina… (Dante, Purgatorio I 117)

GERMINAZIONI

Pareti di verde verticale accompagnano in una sequenza di quinte vegetali opere d’arte collocate nel paesaggio. L’elemento naturale cui è dedicata questa installazione è la terra. Le 5 quinte vegetali alte tre metri sviluppano 300 mq di verde verticale che si compone di moduli precoltivati montati su una griglia metallica alla quale è fissato l’impianto di irrigazione ad ala gocciolante. La forma curva aiuta la stabilità della struttura che sorregge il peso del sistema di circa 90 kg/mq. Le specie vegetali impiegate sono principalmente: Carex, Dianthus, Phlox, Viola, Bergenia, Muehlenbeckia, Bupthalmum, Garofano, Ficus Repens, Basilico, Heuchera, Erigeron, Leucanthemum. Giuseppe Carta ad Euroflora 2018 realizza “Capsica Red Light”: installazione scultorea di 20 Peperoncini rossi in bronzo e resina policroma. Dalla Terra emergono, in tutta la loro prorompente vitalità, 20 peperoncini. La Terra sembra fargli spazio senza difficoltà, accondiscendente, quasi soddisfatta e partecipe di questa trascinante Germinazione. Le sculture, di impressionante naturalismo, con la superficie caldamente animata da sporgenze e rientranze, catturano la luce e la moltiplicano in tutto lo spazio circostante, inondandolo di molteplici suggestioni. Una installazione scultorea in cui ogni elemento, pur mantenendo la propria autonoma ricchezza espressiva, è coinvolto in un insieme fortemente empatico, nella loro vitalità mediterranea. Giuseppe Carta è un artista italiano riconosciuto a livello internazionale per le nature morte dipinte di grande realismo e per le sculture che realizza in bronzo policromo, alluminio, resina e marmo di Carrara. Come scultore espone nel 2009 alla 53a Biennale di Venezia; nel 2012 a Lajatico, in Toscana, al Teatro del Silenzio di Andrea Bocelli realizza una gigantesca melagrana alta oltre 9 metri; nel 2014 a Milano alla Fondazione Stelline e a Chongqing, in Cina; nel 2015 a Venezia, a Volterra, a Milano per l’EXPO 2015 nel padiglione Cina e nel padiglione Kip Onu; nel 2016 a Milano, Torino, Bologna e Roma per Eataly; nel 2017 a Pietrasanta, in Toscana, è inaugurata la mostra Orti della Germinazione con l’esposizione di The Red Giant, un peperoncino gigante lungo quasi 17 metri che sembra nascere dalla Terra. Il Red Giant insieme ad altri 20 peperoncini rossi, diventa poi ad agosto la scenografia del Teatro del Silenzio di Andrea Bocelli. Dal 1996 Giuseppe Carta vive a Banari (Sardegna), dove è nato nel 1950.

Primavera d’intorno Brilla nell’aria, e per li campi esulta, sì che a mirarla intenerisce il core… (Leopardi, Alla primavera)

Primavera non bussa lei entra sicura come il fumo lei penetra in ogni fessura ha le labbra di carne i capelli di grano che paura, che voglia che ti prenda per mano. Che paura, che voglia che ti porti lontano. (Fabrizio De Andrè, Un chimico)

LABIRINTO

Il labirinto non si coglie con un solo sguardo e alla leggera brezza marina ondeggiano papaveri rossi. L’elemento naturale cui è dedicata questa installazione è l’aria. Il Labirinto sviluppa un percorso di 200 metri; 500 piante di Photinia x fraserii con altezza media di 180 cm accompagnano il visitatore alla scoperta del Bouquet de Coquelicots Suspendus (Bouquet di papaveri sospesi) creati da Alain Micquiaux. Con la sua bellezza semplice e naturale il fiore del papavero è fonte d’ispirazione di molti artisti, incarna il fragile ardore e la consolazione. E’ una pianta infestante di rara eleganza che cresce in maniera spontanea ai bordi delle strade, lungo le ferrovie e nei campi. Solitario e resistente, irradia con la sua grazia i luoghi più inaspettati. Nella mitologia greca è legato a Demetra, la dea della Terra. Dopo il rapimento di sua figlia Proserpina da parte di Ade, il dio degli Inferi, essa aveva deciso di abbandonare le sue mansioni e presto la vegetazione avvizzì. Zeus, preoccupato per la sorte di tutte le creature, decise di convincere Ade a restituire la ragazza e ottenne che Proserpina stesse con la madre per sei mesi l’anno. Demetra, in occasione dell’incontro con l’amata figlia, fece sbocciare fra le spighe di grano bellissimi papaveri rossi, simbolo della sua immensa gioia. Alain Micquiaux è un creatore di aquiloni. Con sede a Lorient in Bretagna (Francia), progetta e realizza sculture animate dal vento. Nel Labirinto sono installati 21 aquiloni. Ogni fiore è ancorato al suolo mediante picchetti in acciaio infissi nel terreno che assicurano stabilità, sicurezza e un lieve ondeggiare. Si respira una dolce aria che scioglie le dure zolle, e visita le chiese di campagna, ch’erbose hanno le soglie: un’aria d’altro luogo e d’altro mese e d’altra vita: un’aria celestina che regga molte bianche ali sospese… (Pascoli, L’aquilone 7-12)

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