Virus Zika: un’arma contro due tumori al cervello

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Non solo difetti: il virus Zika può essere usato come arma contro i tumori del sistema nervoso centrale aggressivi. Sembra infatti che iniettato in piccole quantità nel cervello dei topi, con la malattia in stadio avanzato, abbia portato ad una forte riduzione della massa tumorale, un aumento della sopravvivenza e in alcuni casi all’eliminazione completa del cancro, anche quando c’erano metastasi al midollo spinale.

Lo hanno dimostrato i ricercatori dell’università di San Paolo in uno studio pubblicato sulla rivista Cancer Research. Il virus è stato iniettato nei topi colpiti da medulloblastoma e tumore rabdoide teratoide atipico (ATRT), tumori maligni che di solito colpiscono i bambini sotto i 5 anni: è stata osservata una riduzione del cancro in 20 animali su 29, mentre in altri due è completamente scomparso.

Il virus non ha invece avuto effetto sulle cellule di altri tumori, come quello della prostata, seno e colon, il che significa che attacca in modo specifico quelli del sistema nervoso centrale. Inoltre si è visto che la sopravvivenza è aumentata, e che le nuove particelle di virus che si formano nel tumore dopo l’iniezione sono meno ‘virulente’ e non si diffondono per tutto il corpo.

Secondo Keith Okamoto, uno dei ricercatori, “è possibile che il tasso di sopravvivenza aumenti ancora di pià se il trattamento viene fatto ad uno stadio iniziale del tumore”. “Il risultato interessante – spiega Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto nazionale di malattie infettive Spallanzani di Roma – è che in alcuni casi è completamente scomparso il tumore, e che non si è diffuso in altre parti del corpo, perché Zika è un virus neurotrofo, che si concentra cioé sul cervello. E’ stato usato in piccole quantità, per questo non e’ entrato in circolazione e non è stato mortale. Certo, una cosa e’ avere questi risultati nei topi, e un’altra nell’uomo”. I ricercatori brasiliani stanno comunque già pensando a poter testare la terapia sull’uomo, e “ne stiamo già discutendo con gli oncologi”, conferma Mayana Zatz, coordinatrice della ricerca.

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