22 maggio, Santa Rita da Cascia: vita e opere più rappresentative

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Si celebra oggi, 22 maggio,  Santa Rita da Cascia, una delle figure più invocate e venerate dai praticanti cattolici, nacque nel 1381 a Roccaporena, frazione di Cascia (PG). I genitori furono Antonio Lotti ed Amata Ferri, due “pacieri di Cristo” (antenati dei moderni “mediatori civili” e/o ”conciliatori”, ndr) impegnati con le lotte tra guelfi e ghibellini. Le venne dato il nome di Margherita, ma ben presto tutti la chiamarono Rita. Ragazza mite, umile, ubbidiente e ben  educata, si appassionò fin da giovanissima alla famiglia Agostiniana, San Giovanni, Sant’Agostino e San Nicola da Tolentino, tanto da voler prendere i voti e da voler frequentare assiduamente il monastero Santa Maria Maddalena di Cascia e la chiesa di San Giovanni Battista. Ma i genitori, come usanza dell’epoca, a 13 anni la promisero sposa a Paolo di Ferdinando Mancini, convolando a nozze dopo 3 anni.Rita non ne fu entusiasta, perché altre erano le sue aspirazioni, ma in quell’epoca il matrimonio era stabilito dagli interessi delle famiglie, pertanto ella dovette cedere alle insistenze dei genitori e andò sposa a quel giovane ufficiale che comandava la guarnigione di Collegiacone, del quale “fu vittima e moglie”. Dal matrimonio nacquero 2 bambini, forse gemelli: Giangiacomo Antonio e Paolo Maria.

Paolo di Ferdinando Mancini si era convertito grazie a Rita, ma la loro unione venne interrotta dopo 18 anni quando a Paolo venne teso un agguato vicino al mulino di loro proprietà, presso il castello di Collegiacone, a metà strada tra Cascia e Roccaporena, mentre i due figli  morirono forse di peste. Rimasta sola, a 36 anni, Rita provò ad entrare al Monastero Agostiniano Santa Maria Maddalena, a Cascia ma venne rifiutata 3 volte, per la sua condizione vedovile e perchè nel monastero c’era una suora imparentata con la famiglia di Paolo, offesa per la reticenza della Santa. Solo dopo aver pacificato le due famiglie duellanti Rita ottenne il permesso di entrare nel Monastero, nel 1407. Rita morirà, con un fisico provato da tante sofferenze, nella notte tra il 21 e il 22 maggio 1447.

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