Psichiatri: “Manca il personale per l’assistenza, soprattutto al Sud”

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L’assistenza dei malati psichiatrici “e’ a rischio perche’ in molte realta’ manca il personale, dai medici agli infermieri, con situazioni di maggiore criticita’ al Sud”. A segnalare questa realta’ “allarmante” e’ il presidente della Societa’ italiana di psichiatria (Sip), Bernardo Carpiniello.

Il personale che lavora nei servizi di salute mentale italiani – psichiatri, psicologi, assistenti sociali, infermieri, educatori e tecnici della riabilitazione – “conta circa 31 mila persone. Ma lo standard complessivo di personale previsto per Legge – spiega il presidente Sip in occasione di un incontro alla Camera sui Quaranta anni della legge Basaglia – e’ di 1 operatore ogni 1.500 abitanti, ma la media nazionale effettiva e’ 0,94, pari al 6% in meno”.

Su 21 Regioni e Province autonome, rileva, “in 14 si e’ al di sotto dello standard, specialmente nel centro sud, con aree dove vi e’ una carenza del 50% o piu’ del personale, e in alcune Regioni si riscontra una carenza compresa fra il 25 e il 40%. Ma le carenze numeriche sono a tutti i livelli, con maggiore evidenza per le figure dei medici, psicologi, assistenti sociali”.

Un grave problema se si considera, sottolinea, che “nella psichiatria la sola relazione terapeutica medico-paziente copre un terzo del’effetto di qualunque terapia”.

Un altro problema e’ poi quello dell’accesso ai farmaci di ultima generazione: “In molti casi – afferma Carpiniello – restano appannaggio solo di una quota ristretta di pazienti. Infatti non tutte le regioni li dispensano a carico del Servizio sanitario nazionale. Se le nuove cure non possono essere utilizzate, come invece avviene ormai da anni, per esempio, in ambito oncologico, rischia di essere limitativo – conclude – vantarsi di aver compiuto un grande atto di civilta’ per aver abolito i manicomi”.

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