Auto: Fca investe 45 miliardi e punta sull’elettrico

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Il gruppo Fca investirà 45 miliardi di euro nel quinquennio 2018-2022, e di questi 9 miliardi andranno all’elettrico, un settore in cui il Lingotto sbarcherà con forza, arrivando a offrire apposite versioni per tutti i modelli della gamma premium, comprendente Jeep, Alfa e Maserati.

Cesserà inoltre la produzione di veicoli con motori diesel al massimo entro il 2021, esclusi i veicoli commerciali. Questa la principale novità emersa durante la presentazione del piano al Centro prove di Balocco.

Sul piano produttivo è previsto il lancio di circa 30 modelli tra novità e restyling – dieci per Jeep, sette Alfa, sei Maserati, tre Ram e la famiglia delle 500. Nell’Alfa arriveranno le supercar 8C e Gtv, per la Maserati ci saranno la Alfieri, anche in versione cabrio, e un Suv piccolo, per Jeep la Grand Wagoneer e una piccola, per la 500 arriverà la Giardiniera.

Sono i brand globali di Fca, la cui quota passera’ dal 65% all’80% delle vendite del gruppo. Tutte avranno la versione elettrica, sia nella versione soft ibrida, sia nella versione ibrida plug in che quella solo elettrica a batteria; Fca ritiene che in Europa e negli Usa il segmento elettrico coprira’il 15-20% del mercato.

Marchionne non ha voluto entrare nei dettagli circa la suddivisione della produzione dei nuovi modelli nei vari stabilimenti, né sulla tempistica dell’introduzione dei modelli negli anni. “Ci attendiamo di mantenere o anche aumentare la nostra piena capacità produttiva in Italia e in Europa per il 2022 – ha detto soltanto – lo faremo attraverso un mix di portfolio più redditizio di marchi premium e di prodotti Fiat ‘green’, eliminando quei prodotti del mass market che non possono recuperare con i prezzi i costi di adeguamento. Non ci sarà nessuna chiusura di stabilimento – ha aggiunto – non manderemo nessuno a casa”.

Gli obiettivi di vendita indicati vedono Alfa Romeo passare da 170 mila unita’ nel 2018 a 400 mila nel 2022, Maserati da 50 a 100 mila, Ram da 770 mila a 1 milione, Jeep da 1,9 a circa 3 milioni. Da notare che sulle nuove Maserati verranno montati propulsori forniti dalla Ferrari.

Marchionne, che ha ancora una volta eluso le domande sulla propria successione (“è una questione che riguarda il 2019”) ha poi raffreddato gli entusiasmi circa una possibile creazione del polo Alfa-Maserati scorporato dal resto del gruppo: “Prima devono produrre i ricavi indicati nel piano, il resto è speculazione, per ora non ho altre idee in mente”.

Quanto a Marelli, confermato lo scorporo e la quotazione entro il 2018 “ma da qui ad allora se qualcuno si presenta con un assegno non so cosa succede. Siamo aperti a un’offerta se ha un valore appropriato”.

Da parte sua, durante la conferenza stampa finale, John Elkann ha affermato che “la componente italiana non è mai stata così forte”, sostenendo che da parte di Exor e della famiglia “non c’è intenzione di vendere: non ho mai visto da 20 anni un futuro più brillante e luminoso”. Negativa la reazione dei mercati, con il titolo che ha perso il 4,5%. Marchionne ricorda: “anche 5 anni fa l’azione era crollata, non posso sapere perché, d’altronde non mi sembra abbiamo dato brutte notizie”. 

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