Petrolio, riserve globali lievemente diminuite nel 2017: -0,2% rispetto al 2016. Ma la produzione è in aumento

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Le riserve di greggio sono leggermente diminuite lo scorso anno, con un meno 0,2% rispetto al 2016, principalmente per la riduzione in alcuni paesi dell’Opec, il cartello degli esportatori che si conferma al primo posto per riserve possedute (pari al 72% del totale mondiale). A svettare su tutti è il Venezuela, seguito da Arabia Saudita e Canada, secondo la 17ª World Oil, Gas and Renewables Review dell’Eni, la rassegna statistica mondiale su petrolio, gas naturale e fonti rinnovabili. L’ultima edizione dello studio condotto dal cane a sei zampe è in particolare dedicata a riserve, produzioni, consumi, import/export e prezzi del petrolio, con un focus particolare sulla qualità dei greggi e sull’industria della raffinazione.

La produzione petrolifera mondiale è rimasta pressoché allo stesso livello del 2016 (+0,3%). Nell’area non Opec, recita un comunicato, gli Stati Uniti e il Canada hanno mostrato l’aumento più significativo. La produzione Opec invece è scesa in seguito all’accordo sui tagli e alla crisi del Venezuela, nonostante la produzione della Libia sia raddoppiata e quella dell’Iran abbia continuato a crescere.

In termini di qualità, l’accordo Opec-non Opec sui tagli e l’effetto rialzo del prezzo del petrolio sulla crescita della produzione Usa hanno determinato un alleggerimento del barile rispetto al 2016. Da un lato, i tagli produttivi Opec, in particolare quelli dell’Arabia Saudita, insieme al crollo della produzione di Venezuela e Messico, hanno portato alla diminuzione della categoria Medium & Sour (-3%). Dall’altro lato, la ripresa in Libia e il rimbalzo del tight oil negli Stati Uniti hanno guidato l’aumento della categoria Light & Sweet (+5%).

Nel 2017, si legge, il bilancio regionale del greggio ha confermato i cambiamenti in atto dal 2010. Il surplus in Medio Oriente rimane il più alto del mondo e pressoché allo stesso livello del 2016. Il deficit più ampio si concentra nella regione Asia-Pacifico e continua a crescere. Il Nord America riduce leggermente il suo deficit anche per l’aumento della produzione domestica.   La crescita della domanda mondiale di petrolio è stata superiore rispetto a quella del 2016 (+1,7% vs +1,2%), dopo un altro anno di bassi prezzi del petrolio. L’aumento rimane al di sopra della media degli ultimi cinque anni (+1,5% nel 2012-2016).

Per il terzo anno consecutivo i paesi Ocse hanno contribuito positivamente alla crescita globale, dice ancora il rapportod ell’Eni, anche se la domanda rimane trainata dai paesi non OCSE che rappresentano circa il 70% dell’incremento complessivo.   La capacità di raffinazione mondiale è aumentata di 0,7 Mb/g rispetto al 2016, guidata dal Medio Oriente e dall’Asia che rappresentano il 75% della crescita. In Europa, conclude lo studio, si registra una modesta riduzione della capacità di raffinazione di circa 0,2 Mb/g.

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