Un uomo chiamato Ferrari: trenta anni fa moriva il fondatore del Cavallino Rampante

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Trenta anni fa moriva Enzo Ferrari, uomo di forza e passione, artefice e padre fondatore del Cavallino Rampante. E’ grazie a lui se oggi il rosso Ferrari brilla in tutto il mondo ed è ancora grazie a lui se l’eccellenza automobilistica risiede in Italia.

La sua vita è un esempio per gli appassionati di motori e non solo: di umili origini, ma con un sogno nel cassetto, lavorò duramente per realizzarlo. “Pioniere dello sport e dell’industria,” come racconta Pino Allievi, “di personalità complessa e dinamica”, Enzo Ferrari è riuscito a emergere come “pilota, manager, uomo di grandi visioni“, e ancora, “imprenditore, artefice delle tante vittorie che hanno fatto del marchio del cavallino rampante un mito italiano invidiato nel mondo.”

Nasce a Modena nel 1898, a 10 anni assiste alla sua prima gara automobilistica e ne rimane incantato. Perde il padre a 18 anni, nel 1920 entra in Alfa Romeo come pilota ufficale, dopo che, l’anno precedente, aveva cercato invano di lavorare in Fiat.

Nel 1929 dà vita alla Scuderia Ferrari ed è nel 1932 che essa sceglie il suo simbolo: un Cavallino Rampante donato dalla contessa Paolina Baracca.

Nel 1939 l’Alfa Romeo licenzia Ferrari mentre, per via di una clausola, per quattro anno non potrà ricostituire la Scuderia Ferrari. Enzo Ferrari fonda allora a Modena la Auto Avio Costruzioni e realizza due vetture.

Nel 1943 nasce la nuova fabbrica a Maranello e nel 1946 parte il progetto della prima macchina con marchio Ferrari: è la 125. Il 14 luglio 1951 la Ferrari conquista il suo primo successo in F1 e l’anno seguente vincerà per la prima volta il mondiale di Formula 1.

Nel 1956 perde il figlio Dino, ammalato di distrofia muscolare. Un trauma per Enzo Ferrari, il quale raccontò: “Era un ragazzo nobile. Lasciandomi la sua enorme eredità spirituale, mi ha sopratutto mostrato come noi restiamo fanciulli a tutte le età, fino a quando non giunge un immane dolore attraverso il quale, come d’improvviso, impariamo cosa sia la bontà, la rinuncia, la carità, il dovere.E il valore della vita per un giovane che ci lascia.” Al figlio Dino dedicherà una macchina.

La Ferrari è ormai un simbolo, e si afferma nel mondo automobilistico e in Formula 1 con una serie di successi, ai quale si affiancano qualche sconfitta e qualche momento difficile. E’ del 1976 la tragica morte di Lauda. L’anno successivo Enzo Ferrari lascia la presidenza e diventa presidente onorario.

Il 1° Febbraio 1988 Enzo Ferrari riceve la laurea honoris causa in Fisica all’Università di Modena. Sarà la sua ultima uscita in pubblico. Quando compie 90 anni, il 18 Febbraio, Enzo Ferrari partecipa a un pranzo in fabbrica con i suoi 1700 dipendenti: a ciascuno di loro regalerà un modellino della F40.

Muore il 14 Agosto 1988 nella sua casa di Largo Garibaldi, a Modena.

Un visionario, orgoglioso e cocciuto, a tratti burbero: lo descrive così chi lo ha conosciuto. Ma anche un sognatore, un instancabile lavoratore, fiero, onesto. Non si è mai spostato da Modena  e ha fatto in modo che il mondo intero venisse invece a casa sua, a Maranello. “Le Ferrari vanno prima di tutto desiderate, poi guidate”, diceva. E va da sé che il desiderio è stato il motore comune della sua intera esistenza, insieme a quell’unicità che è diventata un tratto distintivo della Ferrari.

Un’esistenza che ancora oggi ispira i suoi eredi e chiunque abbia una passione, perché quello che Enzo Ferrari è riuscito, più di ogni altra cosa, a fare è stato proprio questo, vivere per un sogno. “Un sogno divenuto realtà.”

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